Novanta minuti di Passione

Sabato finalmente, Ho pensato tra me e me, la pressione e la tensione a Roma, dovuta all’avvicinarsi della partita, in una costante escalation, era giunta ai livelli di guardia.
Con la calma dei forti e con la convinzione dettata dal fatto che se il Napoli avesse giocato daNapoli, la partita non avrebbe avuto storia, attuando una specie di slowplay psicologico, rispondevo alle provocazioni dei miei colleghi romani e romanisti sfoderando un sorriso sornione, percepivo nell’aria la sensazione che le loro bellicose dichiarazioni, al contrario di altre volte erano dettate piu’ dalla concreta paura di una cocente sconfitta, che dalla reale convinzione di poterci battere.
La mattinata passa lentamente,mentre io faccio il countdown rinchiuso nel mio ufficetto ad analizzare dati, finche’ non decido di far valere la mia autorita’ chiamando il mio vice e comunicadogli che mi sarei preso il pomeriggio di permesso.
Monto in macchina, una piccola sosta per far rifornimento di sigarette e abbeveraggio, ed eccomi a casa, spaparanzato sul mio divano, nessuna forza nell’universo mi avrebbe potuto schiodare da li, neanche la spada di Damocle che pendeva da qualche giorno sulla mia testa, rappresentata da mia moglie e dal fatto che la sera saremmo stati invitati ad una festa organizzata da una sua collega di lavoro, il tutto aggravato da allucinanti pippe mentali che ultimamente traviano la capoccetta di mia moglie , convinta del fatto che io la voglia lasciare,
anteponendo a dir suo cose futili tra cui il napoli a lei ( che palle ).
Mancano pochi minuti al fischio di inizio quando ad un tratto sento chiavar l’uscio del portone di casa, ed ecco comparir la mia consorte, la quale mi passa davanti e dopo un distaccato e polemico saluto, inequivocabile segnale di chi aspetta il minimo pretesto per procurar battaglia,si siede in un’angoletto sfoggiando la tipica espressione da cane bastonato , che solo le donne sanno fare quando devono far sentire noi poveri e malcapitati uomini una m*rda.
La situazione come potrete immaginare si prospetta critica, dentro di me faccio appello a tutta la mia calma ed alla mia esperienza confortata da 15 anni di matrimonio per gestire la situazione ed evitare lo scontro facendo leva su tutte le tattiche evasive da me conosciute e a tutti i sofismi dialettici che qualsiasi uomo dovrebbe saper padroneggiare di fronte ad emergenze simili.
La partita ha inizio e con essa e non casualmente mia moglie attacca con la sua manfrina , la quale sale di tono tanto piu’, quanto piu’ si appalesa la mia incapacita’ di distogliere lo sguardo dalla partita.
alla stregua di un fiume in piena le parole sgorgano dalla bocca di mia moglie con ritmo sempre piu incessante, di contorno l’immancabile pianto che le donne utilizzano a comando come arma coercitiva, ma in quel momento le sue parole mi sembravano una sorta di strana e sconosciuta lingua di cui ignoravo il significato e le sue lacrime sembravano non scalfire minimamente la simbiotica connessione che si era creata
tra me ed il mio 46 pollici a led. Finalmente fine del primo tempo a sancire la parziale fine, oltre che delle ostilita’ in campo,del supplizio a cui inevitabilmente ero sottoposto.
Capii in un attimo che si rendeva necessaria una contromossa, quando lei con sguardo implorante esclamo’ singhiozzando…- stasera non torno, vado a dormire da mia madre-…
con uno scatto felino degno dei tempi migliori, balzo dal divano ed afferrato l’accappatoio con fare stizzito mi diriggo verso il bagno per farmi una doccia e prepararmi alla quantomai intempestiva festa danzante, gia’ rassegnato al fatto di dover seguire la partita radiofonicamente mentre affrontavamo in macchina il tragitto, ma quando ormai tutte le speranze erano perdute ed i co**ioni mi giravano ad ottomila, ecco arrivare la telefonata che non ti aspetti.
Dalla camera da letto mentre repentinamente mi infilavo i pantaloni , non riuscivo a sentire la conversazione che stava intrattenendo mia miglie al telefono ma si udii chiaramente una risata che mi parve subito l’inequivocabile segno divino che arrivava con tempismo perfetto ad alleggerire quel clima pesante che aleggiava minaccioso tra le mura di casa.
Con il tono di chi s’aspetta una determinata risposta, chiesi a mia moglie:

<< Amore chi era?>>

E lei con tono di voce ancora sprezzante ma mitigato della veemenza fin ora mostrata rispose

<<Era Valerio, ha detto se puo’ venire con noi, sta partendo ora da casa e porta una buona bottiglia di vino>>

Allora non visto da mia moglie strinsi i pugni e digrignai i denti in segno di gaudio senza pero emettere nessun suono, e limitandomi a dire, sopprimendo a fatica l’enorme gioia nell’udir la lieta novella:

<<Va bene cara come vuoi tu…>>
il divano e la tv erano li che mi aspettavano decisi di non prolungare l’attesa piu’ che mai sicuro che quei quarantacinque minuti avrebbero cancellato 15 anni di bocconi amari caratterizzati da cocenti sconfitte e dagli sfotto degli acerrimi rivali romanisti.

MELCHIORRE MARRAZZA







Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.