INTERVISTA| Frongia racconta il suo Bulgakov, tra musica e romanzo

INTERVISTA| Frongia racconta il suo Bulgakov, tra musica e romanzo

Dopo qualche mese dall’intervista circa la sua penultima opera Giotto, frutto di un certosino lavoro con la sua compagna Claudia Tulifero, torniamo con piacere ad intervistare Francesco Frongia, artista poliedrico e sopraffino disegnatore. La sua è una matita intellettuale e mai banale, non un semplice operaio del disegno bensì un braccio armato contro chi, ancora vede, il fumetto come la letteratura dei poveri.

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Bentornato tra le pagine di Scrigno, che potrà fregiarsi di avere come sfondo una tua illustrazione. Ma partiamo subito con qualche domanda inerente la tua opera ultima ossia “La notte che arrivò l’inverno” edita da Kleiner Flug, un’ opera geniale in cui si fondono le melodie dei Musica Ex Machina, i tuoi disegni e frammenti di Bulgakov. Parlacene pedissequamente?

Si tratta di un libro illustrato e a fumetti con allegato un CD del quartetto jazz  Musica ex Machina (www.musicaexmachina.eu)  il cui contenuto è basato su 9 storie brevi tratte dal “Maestro e Margherita” di Bulgakov. Le nove storie sono degli estratti che assumono la dignità di storie autonome, trattate come se ci si affacciasse su un flusso di vicende in corso, secondo una “estetica del frammento” propria del fumetto di fantascienza d’autore (Moebius, Jodoroski, ecc.). A ciascuna storia è associato un brano del disco, e tanto i generi musicali quanto quelli del disegno variano e si adattano ai contenuti della narrazione, proponendo così una ricca tavolozza di stili e registri (striscia, racconto illustrato, fumetto d’azione, racconto per immagini, ed ancora, funky, tarantella, valzer, son cubano, ecc.). La varietà delle forme è comunque sempre riportata alla struttura breve sia del racconto che delle song associate. I musica ex Machina sono un quartetto jazz  con cui collaboro da anni, ho realizzato alcune copertine dei loro dischi, ma sopratutto mi lega un rapporto di amicizia quaratennale  con il loro pianista e compositore Guido Coraddu. Siamo amici da una vita e sia per me, che per  Guido “il Maestro e Margherita” è sempre stato un libro delle meravglie. In questi ultimi anni insieme al collettivo di fumettisti Mammaiuto, di cui faccio parte, abbiamo realizzato diversi spettacoli dal vivo incrociando musica e  disegni  mettendo in scena interi romanzi piuttosto che racconti brevi all’interno di festival letterari come il festival di letteratura performativa Marina Cafè Noir e il festival letterario Dessì. La musica dal vivo incrociandosi con un percorso visuale si rafforzano vicendevolmente aggiungendo nuovi significati. Per il  nuovo disco  dei Musica Ex machina abbiamo  pensato di rafforzare l’esperimento provando a “metterlo su carta”.

Come nasce questo progetto?

Abbiamo discusso non so quante volte del fascino che il libro di Bulgakov ha esercitato nella nostra vita …Guido Coraddu, circa due anni fa, mi ha coinvolto nel progetto sottoponendomi  nove  frammenti tratti da “il Maestro e Margherita”, frammenti che mantengono una loro autonomia di storia (miracolosamente autoconclusiva ,se così si può dire…), tutte molto diverse fra loro, per contenuto, tono  e forma. Il principale intendimento è stato quello di non realizzare una riduzione del romanzo ne tantomeno una narrazione per episodi del medesimo ,  ma piuttosto lasciarci suggestionare dalla enorme quantità di storie presenti nell’opera e traslandole nel tempo e nello spazio, tentare di creare una nuova narrazione.

I Musica Ex Machina sono stati bravi a tradurre parole in musica, ma come ti è stato possibile tradurre la loro musica in immagini?

Bè diciamo che, ricordo distintamente lunghi pomeriggi con  Guido Coraddu che si esercita  al piano all’età di nove anni …in qualche maniera  ho una familiarità con le composizioni musicali dei Musica ex Machina, fanno parte del mio vissuto, quasi un orizzonte musicale  intimo.

Quali sono state le principali difficoltà che hai incontrato nella sceneggiatura della tua opera?

 Il Maestro e margherita è un romanzo estremamente complesso, al proprio interno ci sono non so più quanti romanzi: una storia d’amore, un romanzo di formazione, una riflessione sull’uomo sulla  religione, un romanzo d’avventura, etc. Abbiamo cercato di rendere questa ricchezza di temi e di suggestioni con una rigorosa scelta dei frammenti narrativi. Per ogni storia di Bulgakov è abbinata un pezzo musicale e una interpretazione grafica che punta all’ecclettismo e non della commistione di genere, sia musicali che grafici. Da parte mia ho provato ad usare tutte le possibili forme narrative che sono riuscito a pensare:illustrazione, fumetto, strip etc. e nel caso della caratterizzazione dei personaggi, che ritornano in alcune storie de “La Notte che Arrivò l’Inverno” ho deciso di rappresentarli con una morfologia che cambia a seconda della storia, per mantenere l’unicità del frammento narrativo, il suo carattere di “Storia” e la ricchezza di immaginari proposti da Bulgakov.

 Oltre la musica hai avuto altre fonti di ispirazione?

In realtà dopo un periodo di studio ho deliberatamente deciso di attingere unicamente alla mia esprienza personale e alle immediate suggestioni dello scritto di Bulgakov. La grande quantità di sottotesti dell’opera mi spingevano ad una paralisi creativa.

Tra le tue fonti di ispirazione come detto c’è anche lo scrittore Bulgakov, ebbene consideri questa tua opera più vicina a “Cuore di cane”, a “Diavoleide” o a “Le uova fatali”?

Non sono in grado di rispondere a questa domanda, non che non conosca, queste opere e che semplicemente “La Notte che Arrivò l’Inverno” non è una narrazione univoca, ma piuttosto un  catalizzatore di storie possibili, l’invito ad un viaggio.

 La lettura del libro trasferisce sensazioni più complete se accompagnata all’ascolto delle musiche a cui è ispirato, avete pensato ad un bundle libro più CD?

 Tutte le possibili combinazioni -leggo, ascolto, rileggo o ascolto, leggo, riascolto  oppure leggo e nel mentre ascolto sono possibili anzi auspicabili, sarebbe bello che ogni lettore trovasse la maniera a lui più adeguata e comoda per fruire il lavoro, che ne facesse , insomma, un esperienza propria.

In ultima analisi cosa intendono trasmettere Frongia e i Musica ex Machina con quest’opera?

Da parte mia un grande amore per l’opera di Bulgakov e un incosciente e sfrenato divertimento nel “rimanipolare” le suggestioni del romanzo che trovo ancora universali …semplicemente perchè riguardano la natura profonda dell’uomo.

 Un saluto ai lettori di Scrigno

Saluti e grazie per essere arrivati fin qui.





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.