INTERVISTA| I Dentiblù ci parlano di The Porking Dead

INTERVISTA| I Dentiblù ci parlano di The Porking Dead

Stefano Bonfanti e Barbara Barbieri, ovverosia i “Dentiblù”, sono presenti da oltre dieci anni sulla scena del fumetto e dell’illustrazione e hanno consolidato competenze professionali nei campi del disegno, della scrittura creativa e della gestione editoriale. Nel corso di questa intervista realizzata da Scrigno – Fumettisti in orbita ci parlano del loro “Zannablù”, del loro ultimo fumetto The Porking Dead e tanto altro.

dentiblu

  • Nel grande universo dei fumetti spesso si perde di vista qualche autore, ebbene per chi non vi conoscesse: Chi sono i Dentiblù? E da cosa deriva il vostro singolare nome?

 

Esser persi di vista è un rischio presente un po’ ovunque, e col nostro vissuto da “outsider” un po’ ce l’andiamo a cercare. Tuttavia nel corso degli anni ci siamo tutt’altro che nascosti e ci stiamo abituando a non dover spiegare più chi sia Zannablù ai nostri interlocutori, dato che i suoi riflettori li ha avuti in ben più di un’occasione.

Per quanto riguarda noi come coppia artistica (ma anche come team editoriale) è invece vero: ci siamo sempre un po’ riparati dietro ai nostri lavori, mandando loro in avanscoperta e dedicando invece a noi stessi delle brevi e criptiche biografie, in cui preferivamo inventarci di essere stati rapiti dagli alieni anziché prodigarci in un lungo e tedioso elenco di esperienze formative, autori preferiti e lavori che ci hanno ispirati.

Ma vincendo la nostra innata tendenza al basso profilo, possiamo raccontare la storia di un ragazzo e una ragazza che, una quindicina di anni fa, hanno iniziato a “far fumetti” per gioco, per poi ritrovarsi ai giorni nostri come una famiglia, uno studio e un’azienda che vivono quasi esclusivamente grazie alla nona arte.

Il nome stesso “Dentiblù” si perde nella notte dei tempi e lascia dimenticare il suo etimo (comunque sicuramente scherzoso e leggero), mentre d’altro canto ci siamo affezionati al suo suono, alla sua capacità di destare attenzione e – inutile dirsi – al fatto che ormai “i Dentiblù” siamo noi, che lo si voglia o meno.

Arrivati alla fine degli anni novanta, quando la “A” scarlatta significava “autoproduzione” e si tirava dietro una nutrita storia di infamie editoriali, ci siamo comunque imbarcati in quell’avventura, anche dietro suggerimento del nostro amato e compianto mentore Carlo Peroni, autore storico italiano.

Immaturi artisticamente, ingenui commercialmente, potevamo anche chiudere la nostra esperienza a pochi mesi dal suo avvio. Grazie al cielo, però, siamo stati abbastanza cocciuti da non arrenderci e da lottare per superare l’ostacolo più grosso. Un mercato editoriale che non ci voleva? No, noi stessi. E da allora una strenua lotta per capire, apprendere e superarsi, senza però una pausa di riflessione: un albo ogni sei mesi, mentre gli anni trascorrevano.

C’è da dire che migliorarsi “sul campo” comporta il rischio di restare esordienti agli occhi di chi ti ha già conosciuto, a dispetto dei progressi e dei risultati, e non ci stupiremmo se i più “conservatori” tutt’ora ci vedessero in tale ottica.

Ma le tacche sul fucile ci sono e sono molte, poi è ovvio: è sempre possibile perdere qualcosa di vista.

 

 

  • Parlateci individualmente della vostra formazione professionale.

 

La cosa più buffa e singolare della nostra formazione è la sua assoluta anti-accademicità. Stefano laureato in Economia, Barbara esperta di grafica industriale, agli esordi contavamo esclusivamente sulla nostra passione per disegnare (a prescindere dai risultati) e alla grande voglia di raccontare storie.

Definirci “autodidatti” è però improprio: non abbiamo “insegnato a noi stessi”, sono sempre stati gli altri a insegnarci qualcosa. Vivere e respirare nel settore del fumetto è quasi un’osmosi. Ti confronti continuamente coi colleghi su strumenti, tecniche, abitudini tanto che approfondire diviene la cosa più naturale. E poi abbiamo studiato, dai manuali di disegno e i loro vari approcci a quelli di sceneggiatura.

Troppo spesso sentiamo definirsi come “autodidatti” persone che semplicemente non hanno voglia né intenzione di migliorarsi oltre a quanto il talento (vero o presunto che sia) gli ha concesso.

Dal canto nostro quel che è certo è che non ci siamo mai “bastati”.

 

  • Come nasce l’idea delle vostre parodie e perché la scelta del cinghiale Zannablù come protagonista di esse?

 

Zannablù è decisamente previo alle nostre parodie e quindi, tanto per iniziare dalla risposta più semplice, era inevitabile farle interpretare dal “nostro personaggio”.

In realtà, poi, non c’è stata l’idea “delle” parodie ma bensì di una in particolare: Il Signore dei Porcelli. Avevamo una vera e propria passione per il lavoro Tolkieniano e, se per molti la passione va di pari passo con la deferenza e la sacralità, forse il nostro DNA di toscani le ha fatto prendere un’altra piega: quella della dissacrazione e dello scherzo.

Difficile far capire a tutti quanto questo sia veramente una forma di amore, ma se vi fidate di noi, lo ammettiamo senza problemi: è così.

Con Il Signore dei Porcelli, quindi, abbiamo letteralmente scoperto i piaceri e le potenzialità della parodia, tanto che proseguire con altri titoli – tutti per lo più collegati a una qualche nostra passione per le rispettive storie originali – è stato inevitabile e naturale.

Va detto che Zannablù ha una vita propria e, grossomodo, abbiamo sempre alternato a ogni parodia una storia a soggetto originale. I nostri episodi preferiti di Zannablù fanno appunto parte quasi tutti di questa seconda categoria.

 

  • The Porking Dead è la vostra ultima creatura, l’idea è partita perchè siete fan della serie a cui si ispira o per cavalcare l’onda del successo televisivo – commerciale?

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“Vostro Onore, mi oppongo: la domanda è tendenziosa!”

Scherzi a parte, il fatto che difficilmente possiamo definirci fan di qualcosa o qualcuno ci lascerebbe aperta la sola strada del più bieco sfruttamento commerciale… ma no, non è così.

Ovvio che abbiamo seguito con interesse e divertimento la serie in questione, ma a nostro avviso le radici della parodia sono le stesse della satira. Ironizziamo su un politico per cavalcare l’onda della sua popolarità? Lo facciamo perché adoriamo quel politico? No, il succo è un altro. Il succo è che vogliamo parlare di lui. E lo facciamo col nostro linguaggio.

The Walking Dead non è soltanto un ottimo prodotto d’intrattenimento, ma è anche una tendenza, un mondo, un modo di essere. Lo è quel tanto che basta a sentire la voglia di entrarci dentro, e di farlo a modo nostro. Sì, col nostro cinghiale.

Tanto che, chi ha letto o leggerà The Porking Dead vedrà ben altro che il tributo o lo scherno. Parodia è stravolgimento, parodia è contaminazione. La Georgia di Kirkman diventa la nostra provincia italiana, i vizi e le virtù dei suoi protagonisti si sposano – a volte alla perfezione – con certi atteggiamenti degli abitanti del Bel Paese. E poi, qualche ingrediente segreto per rendere la zuppa più saporita attinge quasi esclusivamente dalle nostre follie personali.

Un lungimirante legislatore ha deciso che la parodia – se fatta secondo certi canoni, ovvio – è un’opera a se stante e quindi meritevole di tutela autonoma. Noi non lo vogliamo deludere.

 

  • I disegni hanno una forte matrice disneyana, con un colore ed un’ espressività che sono sicuramente frutto della vostra esperienza sia nel settore dellosviluppo visivo e concettuale di giocattoli, sia delle continuative collaborazioni fumettistiche col mercato franco-belga. Tuttavia in Italia (parodie a parte) poco di vostro si è visto, perché?

 

Recentemente ci è stato chiesto di quanti volumi constasse la collana di Zannablù. Abbiamo iniziato a contare e contare. Superata la trentina di titoli, abbiamo dato forfait e smesso di contare. Già questo potrebbe superare il concetto di “poco” e, considerando che circa metà delle storie di Zannablù è a soggetto originale, si va oltre anche a quel “parodie a parte”. Per il resto, sul mercato italiano, abbiamo evitato di disperdere gli sforzi su un numero imprecisato di progetti e personaggi e quindi anche questo può essere un motivo per non averci fatto sfoggiare altro se non il nostro peloso e zannuto beniamino.

Poi è ovvio che nella congerie di informazioni e di stimoli che circondano i lettori si rischia di perdere di vista le piccole realtà o anche di connotarle in maniera limitativa, ma sono le inesorabili logiche dell’attenzione. Quel che è certo è che la nostra avventura con Zannablù è senz’altro più appagante delle pur variegate esperienze che abbiamo avuto Oltralpe.

 

  • Intorno alle vostre parodie avete creato anche una piccola realtà editoriale, come mai con The Porking Dead avete scelto di abbracciare Star Comics?

 

Le storie di Zannablù sono il nucleo e l’elemento fondante della nostra avventura editoriale che, grazie al cielo, è riuscita anche a fare da polo d’attrazione per realtà simili e creare una bellissima sinergia che stiamo portando avanti con tutte le nostre forze e con tutta la nostra passione.

Un progetto nel cassetto da anni, però, era quello di far approdare Zannablù nelle edicole… peccato che per un “piccolo” come noi il concetto di distribuzione in edicola sia quasi sinonimo di suicidio.

Negli ultimi anni eravamo anche scesi a patti con la nostra cocciuta propensione a “far da noi” e ci siamo guardati intorno. Sapere che Star Comics avrebbe aperto più sistematicamente all’umorismo ci ha spinti a rivolgerci a loro, seppure con tutte le peculiarità del caso.

Come conciliare una partenza ex novo con una storia editoriale – per quanto ruspante e quasi alternativa – già presente da anni? Come proporci con un progetto tutt’altro che in divenire?

Ma i dubbi si sono praticamente dissolti quando ci siamo incontrati con Claudia e Simone Bovini, timonieri della prestigiosa casa editrice umbra, e abbiamo capito di parlare la stessa lingua.

Dall’esordio oseremmo dire che la collaborazione sta già dando ottimi risultati.

E quindi, se il buon dì si vede dal mattino, non è poi un’eresia pensare a uno Zannablù meno legato alle sorti di Edizioni Dentiblù. D’altro canto, anche la nostra attività editoriale ha ben di che tenersi in piedi, grazie anche alle altre straordinarie realtà che racchiude sotto il suo ombrello.

Saremo un po’ più “dissociati” fra l’essere autori e l’essere editori, ma è un’abitudine che stiamo prendendo sempre di più.

 

  • Quali progetti avete per il futuro?

Vediamo un po’… dopo novantacinque tavole del nuovissimo The Porking Dead scritte in tarda primavera e disegnate in una maratona mentre tutto il resto d’Italia era al mare, dopo il ridisegno completo fra settembre e ottobre de Il Signore dei Porcelli, rieditato in edizione gold con la nostra casa editrice, dopo i segretissimi progetti che, come studio di illustrazione, abbiamo curato per partner di tutto rispetto, dopo lsa gestione di una casa editrice, culminata in una straordinaria e travolgente edizione di Lucca Comics & Games… ok, abbiamo capito i nostri progetti per il futuro: una bella vacanza.

 

Un saluto ai lettori di Scrigno!





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.