RECENSIONE| “Un disastro chiamato amore”: in viaggio con Vivienne nelle anime del sentimento

RECENSIONE| “Un disastro chiamato amore”: in viaggio con Vivienne nelle anime del sentimento

Un viaggio letterario della Giacobelli tra sogno e realtà, che unisce i luoghi reali e quelli dell’anima.

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Dopo la lunga pausa estiva torniamo a scrivervi su Scrigno Magazine della nuova creatura letteraria di Chiara Giacobelli, scrittrice versatile e giornalista poliedrica che in più di qualche circostanza abbiamo avuto il piacere di intervistare. Classe 1983, laureata in Lettere e Filosofia e specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo a Roma, corso al termine del qaule ha vinto il Premio Reali conferito ai migliori studenti dell’ateneo di Tor Vergata. La Giacobelli dopo le tantissime esperienze maturate nel mondo del giornalismo (Qn – La Nazione – Il Giorno – Il Resto del Carlino – Affari Italiani – Bell’Italia – In Viaggio), della saggistica e della manualistica ha deciso di cimentarsi nella stesura di un romanzo, un genere assai complicato se non si vuole trascendere nella banalità e finire negli scaffali dei libri da dimenticare.

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Ho avuto parecchio tempo per leggere “Un disastro chiamato amore”, un libro pubblicato da Leggereditore (Costola del gruppo Fanucci), un volume che molti colleghi del settore, secondo la mia opinione a torto, hanno deciso di collocare nella narrativa da ombrellone. Ma per me quello della Giacobelli è un romanzo che va oltre l’effimera lettura estiva, è un libro da capire nella sua complessità psicologica e sentimentale. È un volo in parapendio tra i luoghi dell’anima che spesso si fondono a luoghi e posti reali.

La protagonista Vivienne Vuloir è una parigina che dimora a Montmartre, buffa e imbranata che colleziona una figuraccia dopo l’altra, fa i conti con una fallimentare carriera di scrittrice e soffre di un numero indefinito di fobie.
A trent’anni ha dimenticato il sapore di un bacio, si è adattata a essere identificata come “quella che si occupa di gossip”, ma soprattutto ha perso completamente fiducia nel genere umano, specialmente se maschile.
Quando un giorno riceve un’inattesa telefonata da un certo Mr Lennyster, figlio di un’importante attrice italiana su cui ha da poco redatto un dossier, è certa di stare per subire una grossa lavata di capo. Invece, l’uomo vuole commissionarle la biografia della madre.
Così, ben presto Vivienne si troverà a dover affrontare un’avventura a cui non è affatto preparata: un viaggio in Italia, un libro da scrivere, un uomo affascinante, dolce ma oscuro, e una villa piena di misteri da risolvere.
Tra gaffe, tentativi maldestri di carpire i segreti della famiglia Lennyster, amori e altre catastrofi, Vivienne, inguaribile pessimista, capirà che la vita le sta per riservare una sorpresa inaspettata.

L’unica nota negativa al volume è la copertina in rosa sgargiante che forse non rende giustizia a questa pubblicazione, una improbabile modella ad un passo dal burlesque che usa due doughnuts americani come occhiali, un’immagine caciara ed incoerente,  capace di catturare un target di lettori sbagliato, magari guardandola sugli scaffali a molte ragazze dirà pure comprami ma snatura la reale essenza di un romanzo che non ambisce ad essere un libretto Harmony. Anche l’occhio vuole la sua parte.

 





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.