DOUbLe SHOt distribuisce in libreria e fumetteria il volume sulla vita di Will Eisner.
Affrontare le icone è sempre un lavoro da far tremare i polsi. “Will Eisner – Una vita per il fumetto” non fa eccezione. Ci si avvicina al libro con reverenza, paura se vogliamo. Spesso, infatti, è meglio non conoscere nel privato i propri miti, perché difficilmente potranno eguagliare l’idea che di loro ci siamo fatti. Vero è che l’autore, Bob Andelman (biografo di sportivi, politici e autore di libri motivazionali), lascia intenzionalmente da parte la componente teorica e critica del fumetto e, quando ne parla, lo fa soltanto in funzione biografica.
A corredo, Andelman inserisce una serie di interviste con personalità del cinema e del fumetto: si passa da elogi sentiti (Neil Gaiman, Denis Kitchen) a pezzi ficcanti (le critiche dell’ex-alunno Drew Friedmano di Howard Chaykin, le cui parole fanno capire come la verità sia solo una questione di punti di vista.
Sul piano formale, “Will Eisner – Una vita per il fumetto” si distingue per un’intelaiatura sintattica stringente, che lascia respirare il racconto con inserti descrittivi nei momenti più distesi e incalza la lettura con dialoghi, citazioni e botta e risposta in quelli più serrati. In ogni caso, il lavoro svolto è più che buono e non si può certo pretendere una prosa incisiva e protagonista in un racconto dove sono le vite dei protagonisti a dover emergere.
Della versione italiana, curata da Andrea Plazzi – anche traduttore – e Mattia Di Bernardo, si segnala la traduzione del titolo: da “A Spirited Life” a “Una vita per il fumetto”; scelta felice perché se l’originale lo incatena alla sua più celebre creatura (ed Eisner non è solo Spirit, è Contratto con Dio, è Affari di famiglia, è Gente invisibile e tutte le altre produzioni che lo hanno reso una voce unica nel panorama letterario), l’edizione nostrana allarga lo spettro d’indagine e restituisce il senso ultimo della biografia: una vita devota, piegata, anche a costi di enormi sacrifici, e immolata al medium fumettistico come poche altre persone sono riuscite a fare nella storia.
E forse è proprio per questo che Eisner è diventato Eisner.