Case Biologiche : quando l’edilizia diventa sostenibile

Case Biologiche : quando l’edilizia diventa sostenibile

Alcuni decenni fa trattammo dell’urbanistica delle nostre città e paesi, grandemente ricchi di reti di grotte e vie sotterranee nel tufo. Ciò derivava dall’intuito e dalla saggezza dei nostri avi capaci di realizzare case e palazzi a misura d’ uomo.

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Le costruzioni post-belliche sono invece il risultato di una mentalità tesa al profitto, allo sfruttamento di territori e spazi, come alla disarticolazione sociale. Tali scelte spingono alcuni urbanisti a considerarle disumane, consigliando progetti di trasformazione ed abbattimento orientati verso  il benessere individuale e sociale, domestico ed urbano. Per tornare a tale benessere milioni di persone in tutto il mondo si impegnano da tempo per un’alimentazione sana, per cibi bio ed integrali, e per diete vegetariane.

La scelta della Dieta Mediterranea quale Patrimonio dell’Umanità ( novembre 2010 ) ha dato un ulteriore contributo.

A questo punto ci siamo domandati: a quando una casa bio (bio-domus) ? Come arrivarci ? Innanzitutto va scelta la struttura. Di recente abbiamo messo a confronto il cemento romano ( che migliora la sua efficienza nei secoli ) con quello moderno ( che peggiora la sua resa nei decenni ). La casa va costruita sull’aria e va circondata da correnti d’aria ( fondamenta, pareti, sottotetto ). Pensiamo alle case a maggior efficienza e salubrità – le case di legno – esse prevedono uno spazio centrale tra le 2 pareti ben areato e riempito di pasta di legno.                   Lo stesso andrebbe previsto per le pareti in muratura. Gli intonaci andrebbero scelti tra quelli che respirano, specie a base di calce, e le vernici solo a base acqua ( consideriamo che cambio epocale di mentalità rispetto a pochi anni fa ). Gli infissi e gli arredi in legno, non trattati con vernici e prodotti sintetici, aggiungono altro valore salutare. L’efficienza energetica è un campo in rapida evoluzione, anche grazie alla domotica. Vogliamo distinguere la domotica in una Tecnodomotica ed in una Biodomotica. La prima limita i vantaggi della biocasa costruita come su auspicato perché fa eccessivo uso di strumenti, pannelli di controllo e cablaggi elettronici, esasperando i campi elettromagnetici in spazi ristretti. La crisi economica ha per fortuna limitato l’abuso di apparecchi elettronici (TV, PC, impianti vari ) soprattutto nelle camere da letto. La Biodomotica raggiunge i vertici dell’efficienza energetica puntando su soluzioni semplici ( The Future are in Semplicity è il motto della Philips ). Gli strumenti elettronici sono limitati al minimo e si cerca di puntare su scelte naturali: nell’arredare, nell’orientamento dei lumi, nel risparmiare energia ed acqua, nel recuperare al massimo i residui, nel rispettare e vivere in armonia con i mondi minerale, vegetale ed animale. Ci siamo o ci saremo.

Gennaro Mariniello





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.