Garibaldi, il rivoluzionario globale che sapeva sognare per tutti

Garibaldi, il rivoluzionario globale che sapeva sognare per tutti

Diventò un eroe per tanti: la sua figura roman­tica rap­p­re­sen­tava la pos­si­bil­ità di poter cam­biare il pro­prio des­tino. Ha incar­nato un ide­ale di gius­tizia: il suo deside­rio era quello di costru­ire un luogo unito in nome del diritto. Era un comu­ni­ca­tore per­fetto: il suo vestito, il pon­cho e il berretto parla­vano assai prima dei suoi discorsi.

Giuseppe Garibaldi

Sus­citò sen­ti­menti di ammi­razione e devozione: ci fu chi lo sup­plicò di las­cia­r­gli una ciocca di capelli. Ti sem­bra di conoscere tutto di lui. Ti sem­bra anche scon­tato par­larne. È nat­u­rale conoscere Garibaldi come è nat­u­rale saper stare in equi­li­bro in bici­cletta o gal­leg­giare quando sei in mare. Ma come tutto ciò che con­sid­eri vicino, noto, ormai parte di te, finisci col non ved­erlo più e mag­ari finisci anche col non conoscerne più nulla. Finisci con l´ignorare i det­tagli di una sto­ria che ha dell´incredibile. Sono certo che se si rac­con­tasse la vita di Garibaldi, la mag­gior parte delle per­sone non cred­erebbe a quei det­tagli che sep­pur lon­tani ci par­lano di una per­son­al­ità com­p­lessa, che ha saputo capire il suo tempo, e pre­cor­rere quelli futuri. La mag­gior parte degli ital­iani non immag­ina nem­meno di cosa è fatta la vita di Garibaldi. Pro­nun­ciare il suo nome e affrontare le infi­nite sto­rie sem­bra impresa titan­ica, ma ciò che impres­siona nel leg­gere quello che all´epoca quest´uomo ha real­iz­zato è la percezione del suo carat­tere inter­nazionale. Garibaldi è forse la figura ital­iana che ha incar­nato più di ogni altra il sogno d´Italia. Non solo l´Italia unita ma l´unità come gesto di volontà, come real­iz­zazione di gius­tizia. Un´Italia unita alla sola con­dizione di essere un luogo giusto. Non c´è mai nei dis­corsi di Garibaldi qual­cosa che non fac­cia rifer­i­mento alla real­iz­zazione di un paese unito, che non sia saldato nel diritto e nella gius­tizia. Non pensa mai all´Italia come a una con­quista, e spesso, mag­ari con un po´ di inge­nu­ità, i suoi plebisc­iti rap­p­re­sen­tano per lui, e non per Mazz­ini e Cat­ta­neo, la prova ogget­tiva che l´Italia unita si fonda su un deside­rio di gius­tizia e non su un piano buro­cratico di aris­tocra­zie e diplomazie. La battaglia di Garibaldi, vio­lenta, spesso temer­aria, roman­tica era osser­vata da tutto il mondo come epi­fa­nia di una nuova era. È sot­to­va­l­u­tato molto quest´aspetto della sto­ria dell´eroe dei due mondi, il più sottaci­uto. La sua figura roman­tica non era solo costru­ita sul suo ruolo di com­bat­tente al servizio di ogni causa di gius­tizia: in Sudamer­ica o al fianco dei francesi nella guerra franco-prussiana. Era diven­tato l´emblema di una pos­si­bil­ità in cui il mondo, o almeno una parte di esso cre­deva. L´Italia di Garibaldi rap­p­re­sen­tava una riv­o­luzione polit­ica per l´intera Europa. L´Italia come luogo nuovo. Nes­suno pen­sava alla pos­si­bil­ità di una Italia unita se non come real­iz­zazione di una nuova soci­età. È questo ciò che rende Garibaldi unico e ancora pericoloso. È fon­da­men­tale leg­gere le pagine di Herzen che descrive come veniva accolto a Lon­dra, e cioè come un uomo in grado di seg­nare la strada per una lib­er­azione uni­ver­sale. Come il coman­dante brac­cato dalle polizie di mezzo mondo pronto a met­tersi alla testa di una mar­cia che avrebbe coin­volto l´umanità e non solo il popolo ital­iano. In queste ore dif­fi­cilis­sime per il nos­tro Paese il ricordo di Garibaldi dovrebbe indurci a tenere sem­pre viva la pos­si­bil­ità di vedere real­iz­zato il sogno di un Paese diverso. Pren­dendo in prestito i toni pre­senti nei libri scritti da Garibaldi (che era anche romanziere) la causa degli ital­iani dovrebbe tornare ad essere la causa degli europei. E in questo Garibaldi era un comu­ni­ca­tore per­fetto. Il suo vestito, il pon­cho, e il suo berretto parla­vano assai prima dei suoi dis­corsi. A Napoli, nonos­tante fosse un feroce anti­cler­i­cale, capì che doveva parte­ci­pare alla festa di San Gen­naro, doveva ingraziarsi il mira­colo del sangue che si scioglie. Era amato e con­sid­er­ato un sim­bolo erotico da migli­aia di donne. Dalle nobil­donne alle con­ta­dine, tutte furono rapite dal fas­cino di Garibaldi, un fas­cino fatto d´azione, di gesti, di una esistenza cor­ag­giosa spesa per le cause dei popoli a ris­chio della pro­pria vita. Una nobil­donna inglese, Lady Shaftes­bury, lo sup­plicò addirit­tura di donarle una ciocca di capelli. Alcune minac­cia­rono il sui­cidio per­ché non furono cor­risposte. Anita, ovvi­a­mente, resta la sua com­pagna più nota. E della sua vita rac­conta in modo let­ter­ari­a­mente potente “Lady uragano”: Miss Jessie Jane Meri­ton White che gli rimase accanto nelle battaglie per vent´anni, assis­tendo lui e i suoi come cro­cerossina, rag­giun­gen­dolo fino alle linee di battaglia più avan­zate. Gli dedicò arti­coli e libri ed è senz´altro una delle voci più autorevoli nel rac­conto di quelle che furono le opere di Garibaldi e la sua vita di uomo. Vale più, per com­pren­dere Garibaldi, una pag­ina di Jessie White che intere bib­li­ografie che riem­pi­ono le bib­lioteche. Una volta ero a Caprera, era estate. Mos­chini e cicale attorno. Un silen­zio quasi irreale. E un masso grezzo, nudo come la terra su cui è appog­giato. Avrò avuto dieci anni. Strano vedere una tomba che non sem­bra una tomba, ma una specie di enorme sasso caduto dall´alto. Solo il nome inciso sopra, anzi il cog­nome “Garibaldi”. «Per­ché è così?» mi è uscito dalle lab­bra. Non sem­bra una tomba: di solito su quelle sopra ci sono date, foto, una lapide riconosci­bile, un´iscrizione che rac­conta qual­cosa, una frase. Neanche un “Qui giace”. Silen­ziosa come il panorama attorno. E così venne per me sem­plice chiedere «per­ché questa pietra enorme?». «Per impedire che rivenga fuori», mi disse un vec­chi­etto di pas­sag­gio lì. Garibaldi fa paura.

Roberto Saviano articolo da Repubblica.it





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.