In uscita “L’isola dei monaci senza nome” di Marcello Simoni

In uscita “L’isola dei monaci senza nome” di Marcello Simoni

UN AUTORE DA OLTRE 400.000 COPIE
VINCITORE DEL 60° PREMIO BANCARELLA
CON IL MERCANTE DI LIBRI MALEDETTI
FINALISTA PREMIO SALGARI 2012
TRADOTTO IN 13 PAESI

 
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MARCELLO SIMONI
L’ISOLA DEI MONACI SENZA NOME
IL CICLO COMPLETO DI REX DEUS
 
 IL ROMANZO A PUNTATE PUBBLICATO CON SUCCESSO IN EBOOK
 
1544 l’armata del corsaro ottomano Barbarossa mette sotto assedio le costedell’isola d’Elba. Lo scopo è liberare il figlio ventenne del suo generale delle galee, Sinan il Giudeo, tenuto in ostaggio dal principe di Piombino. Ma il vero interesse del corsaro non è il ragazzo, ma il terribile segreto che egli custodisce. Il figlio di Sinan hascoperto infatti di essere l’ultimo depositario di un mistero risalente ai tempi di Gesù e in grado di minare, se rivelato, le basi della fede cattolica. Ma il segreto del Rex Deus è stato occultato per oltre due secoli ed entrarne in possesso sarà tutt’altro che semplice. Il giovane dovrà seguire un’antica pista di indizi lasciata da un monaco templare, destreggiandosi tra rivalità di corsari, intrighi di corte e battaglie navali. E dovrà anche sventare il complotto della loggia dei Nascosti, intenzionata a impossessarsi dell’antico segreto.
 
HANNO SCRITTO DEI SUOI ROMANZI:
 
«Lo strano caso del giovane bibliotecario da centomila copie.» LA REPUBBLICA
 
«Il Medioevo? Piace, lo dimostra un esordiente. Marcello Simoni ha fatto il botto.»
SETTE DEL CORRIERE
 
«Il Bestseller venuto dal passaparola.» LA STAMPA
 
«Un ritorno al Medioevo fantastico e misterioso.» IL SOLE 24 ORE
 
Come e dove è nata l’idea di Rex Deus?
Era da tempo che desideravo scrivere un romanzo in cui la documentazione storica e l’esoterismo tardomedievale potessero intrecciarsi a una trama avventurosa ambientata in mare. L’occasione è giunta quando il mio editore mi ha proposto di scrivere un feuilleton diviso in cinque episodi, sostituendo la carta stampata al formato digitale, con l’intento di ricreare il flusso narrativo dei romanzi d’appendice. In questo modo è nato il ciclo di Rex Deus, uno degli ebook Newton Compton più scaricati degli ultimi mesi, e ora finalmente pubblicato anche in formato cartaceo. Ancora prima di iniziare a scrivere, avevo già le idee chiare. Volevo una trama ambientata nel XVI secolo, il periodo in cui le navi da guerra iniziano a montare i cannoni e a imbarcare compagnie di archibugieri. L’ambientazione adatta era il mare di Toscana, con il suo arcipelago e la lunga serie di battaglie combattute tra le flotte cristiane e i corsari turchi. Aquel punto mancavano soltanto due cose: un protagonista intrigante e un mistero da svelare. Il primo l’ho trovato in una fonte di storiografia locale: Cristiano d’Hercole, figlio di un pirata turco e di una donna dell’Elba, destinato a vendicare il padre e a vivere una tormentata relazione d’amore con la figlia dell’ambasciatore imperiale. Per il mistero, invece, mi sono rifatto a una leggenda ancora più antica, proveniente dalle prime comunità cristiane e forse destinata a cambiare il nostro concetto di fede.
 
Essendo uscito a puntate in versione digitale, la struttura di questo romanzo si è piegata all’esigenza dell’interruzione. Ti senti un erede del romanzo d’appendice?
In un certo senso sì. Nello scrivere Rex Deus mi è parso naturale chiedermi come si sentissero i grandi narratori del feuilleton quando si trovavano agli sgoccioli delle consegne dei loro episodi, e in parte ho giocato nell’immedesimarmi in alcuni di essi. D’altro canto, non stiamo certo parlando di correnti narrative antiquate. “Frammentare” i romanzi in episodi è un ottimo espediente per poter collocare i colpi di scena in punti strategici della vicanda – ovvero alla fine di ogni puntata – con il risultato di mantenere costante l’attenzione del lettore. Sono solito operare in questa maniera anche nella stesura dei miei medieval thriller, cercando di affinare una tecnica che pare aver contagiato ogni ambito della fiction. Basti pensare alle “trame orizzontrali” dei serial televisivi, alla storie spezzettate delle graphic novel o addirittura all’ossessivo martellare dei casi di cronaca nera. Tanto basti per renderci conto che le “storie a singhiozzo” esercitano ancora un grande fascino sul pubblico di massa, spingendolo a chiedersi: cosa avverrà dopo?
 
Da cosa nasce la tua passione per il mare e i corsari?
Sono nato e cresciuto in una località di mare, una cittadina costiera circondata da lagune e attraversata da canali. L’acqua è una delle prime cose che vedo ogni giorno quando esco di casa, ed è inutile spiegare come gran parte delle mie suggestioni nasca proprio da essa. Credoinoltre che il mare sia l’elemento più idoneo a esprimere la complessità della natura umana, dall’incessante necessità di esplorare il mondo ai timori più profondi, quasi atavici, celati dentro ognuno di noi. Il mare ti mette allaprova, ti isola dai tuoi simili mettendoti di fronte all’ignoto, ripagandoti tuttavia con uno sconfinato senso di libertà. Ma per essere liberi, liberi per davvero, bisogna saper stare al di fuori di ogni regola. Ecco perché il mio romanzo pullula di corsari, pirati e avventurieri di ogni sorta. In questo senso, ho voluto rendere un omaggio a quel filone di narrativa che parte daDumas per arrivare a Salgari, capace di plasmare indimenticabili spadaccini,maghi dell’intrigo e uomini votati alla vendetta. Inutile dire quanto peso abbiano avuto il Corsaro Nero, Rocambole, il conte di Montecristo (ma ancheCorto Maltese) nelle mie scelte letterarie.
 
Cosa è il Rex Deus e come sei riuscito a risalire alla storia intorno a questa reliquia?
Circolano leggende esoterico-massoniche sull’esistenza di un oggetto capace mettere in discussione i dogmi della Chiesa e su un’antica loggia chiamata Rex Deus. Cosa siano l’uno e l’altra, e in che modo interagiscano tra loro, lo si scoprirà soltanto nell’ultima pagina del mio romanzo. Anche il legame con l’isola di Montecristo non è casuale, trovando giustificazione non solo nelle suggestini letterarie di Dumas ma anche in autentici legami simbolici. Tengo a precisare che simili argomenti, pur riguardando l’ambito della fiction, possono aprire squarci di riflessione sul nostro modo di rapportarci alla realtà. Non si tratta di veicolare messaggi anticristiani, ma di porre tra le righe una domanda: la fede si basa su unaverità assoluta o, piuttosto, sulla volontà di credere in qualcosa?
 
Anche in questo romanzo, come negli altri, i personaggi e le vicende si muovono tra realtà e finzione letteraria. Cosa puoi dirci a riguardo?
Uno degli aspetti più stimolanti dello scrivere romanzi storici consiste nel saper mettere in scena un “gioco di prestigio” capace di confondere il vero con il verosimile. La documentazione accurata è pertanto necessaria, ma bisogna anche sapersi lasciare trasportare dalle nozioni, come un marinaio fra le onde del mare, alla ricerca delle suggestioni giuste. È forse il caso di citare una frase del Moby Dick di Melville, “Ho navigato per oceani e biblioteche”, trovandoci a parlare di un romanzo che scivola tra rotte navali e leggende antiche. E per essere più precisi, le avventure che conducono alla ricerca del Rex Deus si muovono sullo sfondo di battaglie navali realmente avvenute, per cui ho dovuto svolgere studi su vari aspetti della navigazione, degli arrembaggi, degli assedi e delle armi da fuoco di piccolo e grosso calibro usate nel Cinquecento. Non ho tralasciato neppure la dinamica dei duelli all’arma bianca, il vestiario e i titoli nobiliari, ricercando addirittura gli antichi assetti urbani, qualche albero genealogico e stemmi di araldica. Ho inoltre approfondito le mie conoscenze sul mondo ottomano, dai codiddetti casi dei “rinnegati” ai vari tipi di guerrieri e corsari al servizio del Sultano. E per la prima volta, posso affermare di aver scritto un romanzo in cui tutti i personaggi principali sono realmente esistiti, a partire dal protagonista. Cristiano d’Hercole, Sinan il Giudeo, Isabel de Vega, Leone Strozzi, Jacopo V Appiani, Elena Salviati, MargheritaMarsili, don Juan de Vega e Otto da Montauto furono persone in carne e ossa per davvero coinvolte nelle vicende storiche trattate in questo romanzo. Vicende che videro l’isola d’Elba e le coste della Maremma devastate dal corsaro turco Barbarossa e dal suo luogotenente Nizzâm. Io non ho fatto altro che riempire con la fiction i “vuoti storici”, ovvero i momenti in cui la documentazione si interrompe, lasciando spazio all’avventura e alla fantasia.
 
 
 
Marcello Simoni è nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo, laureato in Lettere, lavora come bibliotecario. Ha pubblicato diversi saggi storici e ha partecipato all’antologia 365 racconti horror per un anno, a cura di Franco Forte; altri suoi racconti sono usciti per la rivista letteraria «Writers Magazine Italia». Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, ha superato le 300.000 copie, ha vinto il 60° Premio Bancarella, è stato selezionato al Premio Fiesole 2012 ed è stato finalista al Premio Emilio Salgari 2012. I diritti di traduzione sono stati acquistati in dodici Paesi. Con la Newton Compton ha pubblicato anche La biblioteca perduta dell’alchimista.

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NNN 459
384 pagine circa
€ 9,90
ISBN 978-88-541-5340-0





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.