D’Annunzio parafrasava che “é dovere dell’uomo d’intelletto fare della propria vita un opera d’arte”, un concetto che lasciato allo sterile significato del costrutto sembrerebbe astratto, onirico ma che invece nasconde un significato profondo e e tutt’altro che irrealizzabile. Tutti noi tramite le nostre scelte decidiamo ogni giorno come affrontare le nostre vite, in molti preferiscono celare la propria esistenza lasciandosi scivolare adosso gli eventi, tenendosi in equilibrio su una linea retta fatta ne di bassi ne di alti, una quiete apparente che sfocia nella soffocante passività della monotonia. Ci sono altri invece che preferiscono essere protagonisti delle loro vite con scelte che spesso potrebbero sembrare folli ed opinabili, optando per uno stile di vita che vada oltre le solite certezze, e soprattutto che sia un ricercare continuum di nuovi stimoli. Una “vita attiva”, superomistica, ci rende più forti e capaci di affrontare con intelligenza ogni avversità, é insomma un ottimo esercizio per raggiungere il tanto agognato elisir di lunga vita. Tuttavia vivere attivamente non é certo cosa da poco conto, bisogna esser furbi e saper cogliere l’attimo, e godersi a pieno i propri successi per avere la forza necessaria di rialzarsi dopo le sconfitte.
La vita deve assumere i contorni di un’opera letteraria, una storia le cui pagine siano originali e non importa se il viatico del protagonista sia costellato da molti insucessi e pochi gioie, l’importante é che abbia lottato sempre senza mostrare segni di arrendevolezza. Nelle novelle de “Il ciclo dei vinti” di Verga sono storie che fanno dell’arrendevolezza e della vita passiva il loro fulcro le cui leve sono rappresentate dalla povertà e dall’ignoranza, viene facile intuire il come la cultura giochi un ruolo assai fondamentale per le nostre sorti, molto più della richezza. Anche la succitata follia gioca un ruolo importante, da condimento, basti pensare agli “elogi” di Erasmo da Rotterdam che ci invita ad “osservare con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia” . IMPARATE A VIVETE DA PROTAGONISTI
Raffaele Cecoro