L’invisibilità e la vergogna

“Lo Stato che non appartiene più ai cittadini”

Cecoro Raffaele – Alla parola Stato potremmo attribuire miriadi di significati giuridici ma risulterebbero essere futili, privi d’ogni forma di realismo. Lo Stato ad oggi è la massima aspirazione lavorativa per un cittadino medio, fulcro del potere sociale,economico e mediatico. I cives, guardati dall’alto verso il basso, sono isolati, sedotti ed illusi, si lasciano assuefare dalle parole pavoneggianti del signorotto di turno che fa del pettegolezzo la sua arma vincente. Esseri camaleontici comodamente avvolti dalle loro poltroncine in pelle ci osservano, nascondendo i propri misfatti sotto un sottile velo di impunità, intelaiato minuziosamente dal giudizio corrotto di organi che hanno fatto della “iustitia” il loro scopo di vita. Anche i problemi e la cosa pubblica vengono occultati, censurati dalla vista. Il politico ha perso il senso di responsabilità civile, di impeccabilità giudiziaria, infangando la cultura di uno Stato affidato ai “cives probi”. Il potere della classe politica moderna passa soprattutto per la mediaticità, e la colpa non può non essere attribuita al giornalismo fazioso e liccopodista, il quale sta tracciando il viatico paralitico della Democrazia. Il giornalista dovrebbe limitarsi alle cronache nude e non divenire ambasciatore di quel bestiame politico al quale si prostituisce ogni giorno senza idignazione. Questo non è disfattismo ma realismo, non tutti si accorgono che questa è un Oligarchia travestita da Democrazia, non c’è una giustizia sociale, ma solo una politica di populismo meschina e torbida dedita all’interesse personale di una ristretta cerchia di governanti. La gente non ha colpe, la gente è sommersa dalla burocrazia, che li comprime ad un ruolo marginale, li soffoca in una perpetua agonia che uccide la socialità dello Stato. Il giornalismo quello puro e libero può dare voce alla società e far piombare nell’oblio l’invisibilità e la vergogna di una politica attuale che non premia i meriti ma il denaro. L’ultima parola che vorrei analizzare, ma non ultima per importanza, è Cultura, quella che gli Stati moderni cercano di nascondere, temono e alla quale tagliano ogni sorta di sostentamento finanziario, il perchè è semplice: Il populismo muore la dove la cultura fiorisce, con la promozione di quest’ultima diminuirebbero le masse da plagiare e la politica degli slogan e del gossip subirebbe una repentina morte entropica. L’unico arma a favore della società sta quindi nella essa, la quale deve essere diffusa e spogliata di quel velo d’invisibilità da cui è coperta da ormai troppo anni.

Raffaele Cecoro





Pubblicato da Raffaele_Cecoro

Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.