Matteucci meglio di Saviano nella classifica ebook di IBS

Matteucci meglio di Saviano nella classifica ebook di IBS

IL NUOVO ROMANZO DI FRANCO MATTEUCCI, “IL SUCIDIO PERFETTO” ,E’ 1° NELLA CLASSIFICA EBOOK DI IBS DAVANTI A SAVIANO!

UN AUTORE FINALISTA AL PREMIO STREGA E AL PREMIO VIAREGGIO

 IL SUICIDIO PERFETTO EBOOK COVER

FRANCO MATTEUCCI – IL SUICIDIO PERFETTO Le indagini dell’ispettore Santoni

 UN GIALLO INSOLITO, UN’INDAGINE FUORI DALL’ORDINARIO. IL FIUTO DI SANTONI COINVOLGERÀ IL LETTORE IN SORPRENDENTI INTRIGHI E SCOMODE REALTÀ.

 

ANCHE IN UN PICCOLO PAESE AVVOLTO DALLA NEVE, CHIUSO TRA LE MONTAGNE, LA MORTE FA RUMORE.

Odori, inconfondibili aromi, fragranze, profumisospetti. Queste sono le armi che Lupo bianco – il soprannome con cui è conosciuto l’ispettore di polizia Marzio Santoni – usa per risolvere le sue indagini a Valdiluce, piccola perla turistica tra le montagne innevate: l’ispettore è infatti dotato di un olfatto eccezionale che gli permette di analizzare la scena del crimine come nessun altro.

Durante un inverno meno freddo del solito avviene l’incontro con Elisabetta, arrivata a Valdiluce con tre amiche per trascorrere una settimana di vacanza e assaporare un po’ di libertà. Tra i due scocca la scintilla: amore e desiderio renderanno quei sette giorni una vertigine sospesa. Ma la fine della loro passione è firmata da un evento terribile che sconvolge l’intera comunità: le quattro donne vengono ritrovate morte. Quattro cadaveri e nessun indizio.

Il corpo esanime di Elisabetta spezza tragicamente una promessa di felicità inattesa e Marzio Santoni vuole a ogni costo la verità. Le indagini partono veloci e mettono in luce vizi pubblici e privati di una piccola cittadina di provincia, rivelando segreti sepolti nel silenzio della montagna.

INTERVISTA ALL’AUTORE

Come nasce l’idea di questo romanzo?

È una storia nata dalla neve come in tanti mieiromanzi, scritta nel bianco, talvolta abbagliante, assolato, ma che prende i colori dal cielo, dalla natura, dagli alberi, dal vento. Un viaggio nella tormenta a inseguire le orme di un assassino, vago, comune, indizi che con una manata di gelo vengono cancellati improvvisamente, celati dietro un paese, Valdiluce, con la coscienza sporca. È la montagna ancora a dominare la mia vita di scrittore, e da lì riparto per conquistare l’avventura, il gesto epico di questo bio ispettore di polizia, Marzio Santoni, maestro di sci, ma anche detective sensibile che non si avvale solo del dna o della vivisezione dei cadaveri, ma del suo istinto animale, per questo è soprannominato Lupo Bianco. Spesso io scrivo per dimenticare, forse un evento della mia infanzia all’Abetone, dove sono stato testimone di un efferato delitto, forse da lì parte la storia, o forse nasce dalla passione per il fuoco nel camino, dove tra le fiamme nascono paure, inquietudini, e fantasie frenetiche, tutte da scrivere.

Come si è adeguata, “piegata”, la tua lingua visionaria a un genere così diverso dai tuoi precedenti libri?

Scrivere un giallo è una grande fatica, un’impresa, ma più che modificare il proprio registro stilistico richiede un approccio scientifico. Un teorema perfetto dove ogni tassello si deve infilare nel puzzle, disegnato su misura, un abito che non può nascondere la minima imperfezione, incertezza nel taglio, deve stare a pennello al lettore. Per uno scrittore che molti hanno definito visionario o surreale è stata una bella impresa, da scalatore, passo dopo passo, tutto in salita, ma con la forza esotto la guida del bio-ispettore Marzio Santoni, sono arrivato in cima. Un teorema perfetto dove ogni tassello si deve infilare nel puzzle, disegnato su misura, un abito che non può nascondere la minima imperfezione.

Parlaci di Lupo bianco.

L’ispettore Santoni è la parte più esaltante del mio romanzo, come se avessi rappresentato quello che mi sarebbe piaciuto fare da grande. Bello, forte come un lupo, sciatore abile, scalatore, pacato sempre, grande acume per l’indagine, con un cervello che lavora di fino, sempre acceso – l’unica dote che forse possiedo è quella di essere un abile sciatore –. Con lui ho realizzato un sogno, fare le gare di sci, entrare nelle Fiamme Oro di Moena, diventare poliziotto, detective di successo in molte questure, poi tornare al paese a viverci per sempre. Certo non mi sarei mai augurato un caso così drammatico come quello che ha dovuto affrontare Santoni, ma nelle pieghe di un piccolo paese si nascondono le imperfezioni più assolute, talvolta cosmiche, certo gli avvenimenti più cruenti accadono spesso nei piccoli villaggi, come a Valdiluce. Gli scenari “local” si prestano più facilmente al racconto, sono luoghi più piccoli, meno banali o confusi di una città, e unimbroglio da slegare, un fattaccio diventa più rilevante, anche se i fiocchi di neve cercano di cancellare le tracce e ci vuole l’acume di Lupo bianco per scoprire l’assassino.

 ESTRATTO DAL LIBRO

Il poliziotto Marzio Santoni praticava uno stile d’indagine inconsueto: usava al minimo gli strumenti di laboratorio, poco o niente dna e obitorio, molti passi fatti nella mente, camminate naturali, di scarpone, soppesate nel dettaglio. Lunghezza giusta, mai approssimativa, eseguita con perfezione matematica, un procedere che esprimeva la stessa potenza sia in pianura che in salita. Inesorabile sino alla vetta. Bio detective, non devastava i campi, procedeva sottile, educato, arrivando sempre alla soluzione del caso. Percepiva gli odori con la sensibilità di un animale selvatico. Diffidente e misterioso, aveva più tane di una volpe. Nessuno sapeva della sua vita privata. Anche i colleghi lo chiamavano Lupo bianco, il soprannome che portava dietro fin da bambino.

[…] Lanciò al massimo la sua Vespa. Attraversò il ponte. La nebbia era ingabbiata come una balla di cotone. Su quei tornanti aveva trascorso la vita, a piedi spesso, con dei fogli di giornale infilatisotto la camicia per proteggersi dal vento. Occhi azzurri, capelli neri sciolti, fazzoletto rosso al collo, maglione grezzo, pantaloni di velluto. Lupo bianco guidava a mani nude. Forti, sicure, educate. Chiunque ci si sarebbe affidato. Ma potevano diventare arma pericolosa, abituate com’erano a lavorar d’ascia, scalare le pareti, sciare, smuovere le montagne. Atletico, con quell’aria ecologica, aveva avuto molte donne, tutte volanti, relazioni provvisorie.

 L’AUTORE

Franco Matteucci, autore e regista televisivo, vive e lavora a Roma. Ha scritto i romanzi La neve rossa (premio Crotone opera prima 2001), Il visionario (finalista al premio Strega 2003, premio Cesare Pavese 2003 e premio Scanno 2003), Festa al blu di Prussia (premio Procida Isola di Arturo – Elsa Morante 2005), Il profumo della neve (finalista al premio Strega 2007), Lo show della farfalla (finalista al Premio Viareggio – Repaci 2010). I suoi libri sono stati tradotti in diversi Paesi.

 

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Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.