Nei giorni scorsi ci sono giunte numerose richieste di recensione per questo “Il tempo senza età: La vecchiaia non esite” facente parte della collana TEMI dell’editore milanese Raffaello Cortina. Il volume lo abbiamo letto in 2 giorni, poco più di cento pagine, ma intensissime. Una volta arrivati al punto conclusivo l’impressione è stata di una buona lettura di riflessione.
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La sensazione dopo qualche giorno,invece, è che il libro non abbia una conclusione ma indirizzi il lettore su un binario preciso affinché esso possa trarla da solo. Insomma l’autore Marc Augè, etnologo e antropologo francese, sembra voler operare in maieutica per lasciarci partorire il significato del tempo, della vita e dell’ età. In talune parti la lettura risulta un poco ardua perché l’autore quasi per deformazione professionale sembra trascendere in una scientificità filosofica che potrebbe risultare incomprensibile ma necessaria infatti è essa che porta alle succitate constatazioni la cui semplicità ci può sorprendere se certe domande non ce le siamo mai poste: la sorpresa sta, appunto, nel fatto che le risposte già le conoscevamo.
<<Raggiunta l’età in cui succede che qualcuno sul metrò si alzi per cedergli il posto, Marc Augé scava nei propri ricordi personali per sviluppare una riflessione, acuta e delicata, sul tempo che passa. “Conosco la mia età, posso dichiararla, ma non ci credo”, scrive il grande antropologo per evidenziare la differenza tra il tempo e l’età. Perché sono gli altri a dire che siamo vecchi, a definirci secondo luoghi comuni, ma questa etichetta resta superficiale e lontana da quel che avvertiamo dentro di noi… Dunque, la vecchiaia non esiste. Certo, i corpi si logorano ma la soggettività resta, in qualche modo, fuori dal tempo ed è così che, come scrive Augé alla fine di questo libro, “tutti muoiono giovani”.>>
Questa di Augè è una pubblicazione necessaria non solo per chi ha l’età “giusta” e può immedesimarsi nel pensiero dell’autore ma anche per i giovani, infatti offre loro spunti interessanti affinché si possano ricucire i rapporti generazionali.
Un inno alla giovinezza interiore, un’ ode alla vita, un libro da leggere ma soprattutto su cui riflettere.