RECENSIONE| “La lottatrice di sumo” di Giorgio Nisini

RECENSIONE| “La lottatrice di sumo” di Giorgio Nisini

Il nuovo romanzo di Nisini che dopo il successo de “La città di Adamo” torna a scrivere di incertezza, un libro ambientato nell’anima tra metafisica ed esoterismo.

wpid-20150420_102459.jpg

Ritorniamo sulle pagine di Scrigno per riscrivervi di Fazi Editore casa editrice in auge dal 1994 che ad oggi risulta essere una delle realtà editoriali più fervide e solide d’Italia. Il libro del giorno è “La lottatrice di sumo” un affascinante romanzo esistenziale incentrato su un amore giovanile, ma non uno qualunque. Giorgio Nisini infatti si tratta di una storia onirica con risvolti profondamente esistenziali. Il Nisini in questa nuova pubblicazione si porta dietro tutto il background della sua opera prima ‘La città di Adamo’ con cui quattro anni orsono è stato finalista al pregevolissimo ma al contempo discusso Premio Strega.
Il personaggio reale e protagonista di questo racconto dai risvolti surreali è Giovanni Cadorna, cinquantenne che si ritrova a fare i conti con i successi e gli insuccessi della sua vita che volendo fare un bilancio sommario possiamo tradurla in:, un matrimonio, una figlia, un divorzio, il successo di un libro da lui scritto ‘Dietro il nulla’. Ma il vero punto di snodo del racconto si ha quando Cadorna recupera in garage un vecchio dipinto, realizzato da un artista esoterico raffigurante appunto una lottatrice di sumo, e ricevuto in dono vent’anni prima dalla sua ex-ragazza, poco prima che ella morisse in un incidente. Ed è proprio con il primo incontro con Margherita, l’ultimo anno di liceo, che Nisini decide di aprire il romanzo.

Clicca qui per una anteprima delle prime 10 pagine.

Un amore durato quello con la dolce Margherita che il nostro protagonista si porterà dietro per tutta la vita, che lo costringerà, ormai adulto, a scavare nel proprio passato, e gli farà intraprendere una fitta comunicazione con l’aldilà. Sarà proprio quella lottatrice di sumo dipinta da un ambiguo personaggio, che riporterà Giovanni da Margherita in un’atmosfera onirica e metafisica, costellata da strani presagi.

Preferiamo non rivelarvi altro del racconto, ma in conclusione, come sempre, ci piace esprimere una nostra considerazione sull’opera. Ebbene Giorgio Nisini con una scrittura morbida e coinvolgente riesce a farci viaggiare attraverso l’inspiegabile e lo fa attraverso la prospettiva degli occhi ed il cuore del suo protagonista. Con lo sciorinarsi del racconto riesce a farci inabissare con umana incertezza nei ricordi passati, che ci fanno riaffiorare alla mente domande scomode ma al contempo necessarie, conducendoci per mano alla conclusione che risuona quasi come una sentenza definitiva: Non ci libereremo mai del nostro passato perché esso sarà sempre vivo nel ricordo quello stesso ricordo che ci aiuta ad affrontare il presente.





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.