RECENSIONE| “Le 7 Meraviglie”: arriva il secondo volume

RECENSIONE| “Le 7 Meraviglie”: arriva il secondo volume

Starcomics lancia il secondo volume dopo il successo del primo contenente due delle sette meraviglie storiche. In questo volume andremo a spasso tra il Faro di Alessandria e il Tempio di Artemide ad Efeso.

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Qualche giorno fa sulla scrivania della nostra redazione è arrivato il secondo volume de “Le 7 Meraviglie” collana pubblicata da Starcomics, editore che cogliamo l’occasione di ringraziare per la sempre squisita disponibilità nel sottoporci le nuove uscite. Il primo volume della collana lo abbiamo recensito qualche mese fa al LINK.

Per chi non avesse voglia di rileggersi il vecchio post, in breve, la collana tratta della storia delle sette bellezze del mondo raccontata attraverso il fumetto. Anche a questo secondo volume hanno lavorato i grandi nomi che hanno contribuito al successo del primo lo sceneggiatore di ormai fama internazionale Luca Belengino, coadiuvato da un duo di disegnatori del calibro di Tommaso Bennato e Antonio Sarchione.

Anche questa volta saranno due le meraviglie di cui sarà narrata la storia a metà tra verità e finzione. Personaggi prevalentemente fittizi che agiscono in un contesto storico reale e ben studiato sia dallo sceneggiatore che dai disegnatori. In questo volume sono racchiuse: Il faro di Alessandria ed Il tempio di Artemide ad Efeso.

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Andiamo a vedere nello specifico cosa rappresentano e qual è la loro storia.

Il faro di Alessandria

E’ una delle realizzazioni più avanzate ed efficaci della tecnologia ellenistica, fu costruito sull’isola di Pharos, di fronte al porto di Alessandria d’Egitto, negli anni tra il 300 a.C. e il 280 a.C. e rimase funzionante fino al XIV secolo, quando venne distrutto da due terremoti. Fu fatto costruire da Sostrato di Cnido, un mercante greco; il progetto fu iniziato da Tolomeo I Sotere, all’inizio del proprio regno, e venne completato dal figlio Tolomeo II Filadelfo. Lo scopo dell’imponente opera era aumentare la sicurezza del traffico marittimo in entrata e in uscita, reso pericoloso dai numerosi banchi di sabbia nel tratto di mare prospiciente il porto di Alessandria e dall’assenza di rilievi orografici. Esso consentiva di segnalare la posizione del porto alle navi, di giorno mediante degli speciali specchi di bronzo lucidato che riflettevano la luce del sole fino al largo, mentre di notte venivano accesi dei fuochi. Si stima che la torre fosse alta 134 metri, una delle più alte costruzioni esistenti per l’epoca, e il faro, secondo la testimonianza di Giuseppe Flavio, poteva essere visto a 48 km di distanza, cioè fino al limite consentito dalla sua altezza e dalla curvatura della superficie terrestre. Per questo è da considerarsi il primo grattacielo della storia. Era costituito da un alto basamento quadrangolare, che ospitava le stanze degli addetti e le rampe per il trasporto del combustibile. A questo si sovrapponeva una torre ottagonale e quindi una costruzione cilindrica sormontata da una statua di Zeus o Poseidone, più tardi sostituita da quella di Helios. La costruzione del faro di Alessandria si rivelò di grande utilità e indusse a costruire analoghi fari in vari altri porti del mar Mediterraneo ellenistico. Non si hanno descrizioni esatte del suo funzionamento, probabilmente a causa della riservatezza che, come spesso in seguito, nel mondo ellenistico era mantenuta sugli impianti di tecnologia avanzata. Si può comunque supporre che il fascio luminoso del faro venisse rafforzato dall’uso di specchi parabolici, tecnica tipicamente applicata nell’era moderna: le conoscenze matematiche su cui si basano questi apparati riguardano la teoria delle coniche e la catottrica ben nota negli ambienti scientifici di Alessandria (Apollonio, Euclide). Inoltre, la forma cilindrica del contenitore della sorgente di luce induce a pensare che dal faro provenisse un fascio di luce girevole, più utile per i naviganti di una sorgente fissa. Nei secoli successivi queste tecnologie andarono perdute, come gran parte della cultura scientifico-tecnologica ellenistica. Si riprese a costruire dei fari solo nel XII secolo (la prima Lanterna di Genova è realizzata nel 1128 o nel 1139), ma senza riflettori basati sulla teoria delle coniche. Questi verranno recuperati solo nei primi decenni del XVII secolo, in particolare da Bonaventura Cavalieri, e consentiranno la costruzione dei primi fari moderni alla fine del secolo. Ad eccezione della Piramide di Cheope, il faro fu la più longeva delle sette meraviglie. Rimase in funzione per sedici secoli, fino a quando nel 1303 e nel 1323 due terremoti lo danneggiarono irreparabilmente. Nel 1480 il sultano d’Egitto Quaitbay utilizzò le sue rovine per la costruzione di un forte nelle vicinanze. Numerosi blocchi ed elementi architettonici sono stati recuperati in mare, insieme alle colossali statue di Tolomeo II e della moglie Arsinoe II rappresentata come Iside. Dal nome dell’isola Pharos ebbe etimologicamente origine il nome “faro” in molte lingue romanze: faro in italiano e spagnolo, farol in portoghese, phare in francese e far in rumeno.

Il tempio di Artemide ad Efeso

Minori sono le informazioni che abbiamo circa Il tempio di Artemide situato nella città di Efeso, nell’attuale Turchia, a circa 50 km dalla città di Smirne. Nulla rimane, se non qualche minimo resto, del grande tempio che, per le sue enormi dimensioni e la splendida architettura.

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Consigliamo questo volume a tutti gli appassionati sia della storia che dell’arte, Le 7 meraviglie volume 2 consta di 112 pagine a colori in formato 19,5×26 centimetri, è brossurato, raccolto in una copertina lucida con alette. Il prezzo resta invariato 13 euro. È già disponibile in fumetteria oppure presso il nostro SHOP ONLINE.





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.