Entro in classe, le insegnanti consegnano i compiti, trauma! Oddio da dove inizio? Prendo la penna in mano, va da sola, nessun timore, nessuna fretta, cinque ore davanti a me e tanto da scrivere! L’ansia, il timore e tutti quelle sensazioni che avevo prima? Scomparse, nel nulla! In testa?
Solo codice, tanto codice! Continuo a scrivere, senza pensare ad altro… Poi mi distraggo, ecco è finita, non so più come andare avanti! E se mi capita all’esame? Ecco che ritorna l’ansia!
Dopo ben mezz’ora il mio cervello è riuscito a mettere da parte l’ansia e a concentrarmi ancora sul mio lavoro! Passano quattro ore, volando, vado ancora in panico! Mi manca la parte teorica! Da dove parto? Le mie mani non ce la fanno più a tenere una penna in mano, mi blocco! Ma questa volta sul serio, inizio a scrivere due cose, ma poi mi blocco, è più forte di me, non riesco ad andare avanti! Consegno, “Come va, va!” non voglio pensarci più di tanto! Sono distrutta, non sento più la mano! Poi il colpo finale: confronto tra compagni! Tutti iniziano ad esporre le modalità di svolgimento e arriviamo ad una conclusione: abbiamo fatto tutti in un modo diverso! Bene e ora? Quale sarà la soluzione esatta? Quale delle tante spiegazioni validissime che ognuno di noi ha dato per motivare la sua modalità sarà quella più giusta? Mah, ancora non possiamo saperlo… rimarremo col dubbio fino a quando l’insegnante si degnerà di correggerle!
E ora penso… Varrà la pena preoccuparsi per l’esame che oramai è alle porte? Ci sarà da preoccuparsi dei membri esterni? Secondo me? Ora come ora c’è da temere più dei membri interni che invece di aiutarci ci torturano! Ma cosa ne si parla a fare? Ti fanno credere tante cose ma le
carte sono già state scritte! I prof sanno già con che voto farci uscire! È tutto già prestabilito, e sicuramente non è stato scelto in modo oggettivo come vogliono farci pensare! Ma cosa possiamo fare? Noi siamo gli alunni impotenti, e in quanti tali possiamo solo sperare… e magari
pregare!
Cristianna Luciano