L’Editoriale| L’inquisizione indegna

L’Editoriale| L’inquisizione indegna

La cronaca ci pone una domanda: in Italia esiste la Legge o una Giustizia certa? E poi a fronte di coloro che sbagliano e sono processati e condannati, perché gli Inquisitori che sbagliano non pagano mai né moralmente né materialmente?

controriforma

Una volta Patria e culla del Diritto, da decenni l’Italia è il caravanserraglio di dritti, di bravi, don Rodrigo ed Inquisitori. E gli Inquisitori non sono solo o tanto gli iscritti alla magistratura ma soprattutto coloro che attingono ai verbali di polizia e di magistratura per fare i loro processi: sulle riviste, sui giornali, su internet e in TV. La gente, il popolo dopo aver subito le pene dell’inferno ad opera di faccendieri, truffatori e delinquenti, ogni tanto godono a vederli alla gogna.

Si perché in Italia esiste soprattutto la Gogna Mediatica. Mai i Processi celeri e giusti! Essendo lo Stato scomparso da tempo, la Magistratura è solo una lobby che riesce a difendere i diritti ed i privilegi tipici delle corti seicentesche. Tempi lunghi, lunghissimi per istruire, portare avanti e concludere un processo, giudici che giudicano e spesso contraddicono altri giudici, tanti reati e responsabili di reati non individuati né sanzionati etc. E guai a chi ci capita. I loro danni esistenziali, psichici, fisici ed economici non sono nulla rispetto al Verbo inoppugnabile degli Inquisitori. E quando nelle terre di mafie e camorre accendono i riflettori su illeciti e reati di decenni prima – arcinoti alla gente comune ( figuriamoci a polizie e giudici ) – legnate agli untori, ai reprobi, ai delinquenti incalliti, agli infami che hanno costruito il loro potere su accordi e collusioni con la criminalità. Chi ha uno scampolo di potere o ha fatto carriera e fortuna nell’Italia del dopoguerra – in tutti i settori – scagli la pietra contro quanti periodicamente vengono inquisiti. Dove sono le persone vergini ed immacolate ? Nei Partiti e sindacati, nelle istituzioni e burocrazie, nelle professioni e mestieri, nelle scuole ed università, negli ospedali e camere di commercio, negli istituti ecclesiastici e nelle cooperative quanti possono dimostrare d’essere senza macchia ? E poi non è tipico di una Nazione Civile fare pubblicità, godere e far godere l’opinione pubblica con il ludibrio verso il malcapitato di turno. Un Paese serio fa le indagini, i processi e le condanne e poi consente ai famelici curatori dei mass-media di farne notizie. La condanna è un comune danno perché non si è riusciti a prevenire i reati, ad individuarli per tempo ed a farli pagare adeguatamente,  con gli interessi. E l’Italia dal dopoguerra paga milioni di miliardi per i danni arrecati non solo da chi li commette ma anche e soprattutto da chi non vigila, non sa prevenirli o reprimerli, né sanzionarli. Basta con le sceneggiate! Cominciamo una volta per tutte a meritare il nome di Paese Civile.

Gennaro Mariniello





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.