Adì, il bambino venuto da Rabat

“Dal Marocco all’Italia va a scuola e lavora, con l’Africa nel cuore”

Otto anni compiuti da poco, maglia bianca, calzoncini azzurri ed un berretto che nasconde occhi che ricordano il colore del cielo notturno, il racconto di Adì è una storia di gente semplice venuta dal Marocco e che in un torrido giorno di mezza estate vende abiti in spiaggia, quando gli chiedo se vuole una lattina di Cocacola mi sorride corre dal padre per chiedergli se puó accettarla, quest’ultimo da lontano con un sorriso mi ringrazia.
Dopo questo piccolo siparietto Adì mi spiega che per lui la vità é bella e felice, ma tutt’altro che semplice. ” I bambini sono cattivi mi trattano da diverso, ma ce ne sono di speciali che mi aiutano e mi regalano dei giochi”,un integrazione difficlile ma lui ha imparato a rispondere alle provocazioni col sorriso sdentato tipico di qualunque bambino della sua età. Parlando coi suoi genitori mi spiegano che sono partiti dal Marocco quando Anir aveva appena qualche mese, viaggio in pulmann da Rabat a Napoli, un mondo nuovo pieno di insidie. Mustapha dopo qualche lavoretto in nero come muratore, ha messo su quella che lui stesso definisce ”baracca”, uno di quei carri a due ruote pieni zeppi di vestiti dal sapore afro-orientale, con il quale tutti i giorni fa la spola su e giù per il litorale pontino. Con lui oltre ad Adì, anche la moglie vestita all’eccesso nonostante sia la temperatura superi in abbondanza i 30 gradi: pantalone lungo, una grossa veste di seta oltre ad un velo che le cinge il capo, lei dispensa consigli alle donne che provano gli abiti. Gli chiedo qualcosa su suo figlio: ”Adì é un bambino semplice, ha una mentalità occidentale, frequenta la scuola, e raggiunge la sufficienza in tutte le materie, a volte ci aiuta nel parlare coi clienti, gli piace il calcio, a volte si diverte a giocare coi suoi fratelli più grandi, il suo idolo é il difensore magrebino dell’Udinese Benatia”. Ho giocato sporco conoscevo da prima questa sua passione e gli ho regalato un pallone, quello degli ultimi mondiali sudafricani, quando lo prende tra le mani mi sorride, gli occhi gli brillano per la gioia, mi chiede di provarlo, giochicchiamo un po, le le qualità ci sono ,ha doti da mediano ‘leggermente’ da affinare. Mustapha ci dice di più:
” E’ un ragazzo sveglio non demorde, ci accompagna durante il lavoro e rende meno dure le nostre fatiche, non vuole apparire mai annoiato per non farci dispiacere, adora l’Italia, noi ci siamo integrati conosciamo tanti Italiani”. Qualche altra chiacchiera e l’ultimo saluto, Adì mi ringrazia con un sorriso che vale tutto l’oro del mondo e corre con con il pallone tra le mani verso la sua famiglia,  la madre lo accoglie tra le sue braccia.

Felice mi allontano verso l’ auto, mi osservano, continuano a ringraziarmi,  vado via con la promessa nel cuore di Adì, che mi ha assicurato ” È solo un saluto” …

Raffaele Cecoro





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.