INTERVISTA| Cristina Guarducci ci racconta il suo terzo romanzo “Malefica luna d’agosto”

INTERVISTA| Cristina Guarducci ci racconta il suo terzo romanzo “Malefica luna d’agosto”

Intervistiamo Cristina Guarducci che ci parla del suo terzo romanzo edito da Fazi Editore. Questo nuovo libro è ambientato in una provincia della ridente maremma toscana, dove si snoda la vicenda di un’eredità contesa. I personaggi sono parte di una famiglia nobile decaduta, una genia maledetta, i cui membri presentano tutti caratteristiche di tipo animalesco. Al centro di questo racconto onirico c’è Gaddo, un uomo mostruoso che porta su di sé i segni di una maledizione destinata a tramandarsi di generazione in generazione. Una favola nera sul nostro mondo interiore, sulle nostre diversità. CLICCA QUI PER LA RECENSIONE COMPLETA

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Chi è Cristina Guarducci nel quotidiano? 

-Attualmente una casalinga che scrive.

Come nasce questa sua passione per la scrittura?

-E’ sempre esistita, fin da piccola, però ho cominciato a prendermi sul serio solo una diecina di anni fa. Da allora sono ‘nati’ Mitologia di Famiglia ‘, poi ‘Nonchalance’  che parla della mia vita parigina. Mi ci è voluto molto tempo per avere fiducia in questa sorta di vocazione che è lo scrivere.

Il suo modus scribendi è influenzato da qualche autore o corrente in particolare?

-Penso di essere influenzata da tutti gli autori che ho letto fin dall’infanzia, a cominciare dalle fiabe, dalla mitologia greca, dai grandi classici della letteratura russa, tedesca e inglese, francese…e italiana naturalmente. Ho letto molto e di tutto.

E’ sempre difficile sapere da chi si è influenzati realmente, penso che se ne accorgano meglio gli altri, leggendo.

In che genere pensa che la sua narrativa debba essere collocata?

-Bella domanda! Non lo so. Non mi identifico con l’etichetta ‘letteratura fantastica’ perché c’è una parte dei miei romanzi ben reale e concreta, e soprattutto non ho niente a che vedere con il ‘fantasy’  anche se creo a volte dei personaggi mostruosi, metà umani metà animali.

Non credo molto ai generi letterari, penso che ogni autore si inventa il suo proprio genere,  anche se ognuno di noi è ovviamente influenzato dall’epoca e dalla cultura all’interno della quale scrive.

Cosa c’è del suo vissuto nella sua ultima creatura letteraria “Malefica Luna d’Agosto”?

-Sicuramente l’amore per il mare e per la Maremma dove ho passato tante delle mie vacanze, poi anche il modo passionale di vivere le relazioni con gli altri. E l’esperienza delle grandi famiglie all’italiana,  dove succede di tutto e di più.

C’è un messaggio particolare che vuole veicolare ai lettori attraverso questa opera?

-Se messaggio c’è questo viene fuori da solo,  direi all’insaputa e malgrado le intenzioni dello scrittore. Io scrivo d’istinto, senza programmi e anche senza storia costruita in anticipo, è un po’ come se la leggessi io stessa mentre esce dalle mie dita.

Quanto la sua professione di psicoterapeuta ha influito nella caratterizzazione dei personaggi ?

-Sono diversi anni che non  esercito più, ma è vero che resta pur sempre un punto di vista. Spero che la psicanalisi mi influenzi in quello che ha di più poetico, cioè nell’attenzione per le immagini che vengono dalla psiche, come accade nei sogni, e nel tentativo di comprendere le persone senza giudicarle.

C’è un personaggio in questo libro che aderisce al suo modo di essere, pensare ed agire?

-Aderisco a tutti i miei personaggi, mi sembra. Però è vero che il personaggio di Gaddo, l’uomo pipistrello,  esprime  la parte di me più originale e anche più difficile da conciliare con la vita normale, più problematica, quella più “malata” e anche più creativa.

Nel libro sembra definire l’uomo come una creatura né buona né malvagia ma umana, ebbene cosa rappresenta per lei questa umanità?

 -L’umanità è l’insieme di come siamo, i nostri lati cattivi e buoni che convivono, e la difficoltà che abbiamo di riconoscerli. A volte è più difficile accettare le nostre virtù che i nostri difetti.

Sogni nel cassetto e progetti per il futuro?

-Spero di continuare a scrivere.

Saluti i nostri lettori con una citazione dal suo romanzo a cui è particolarmente legata.

Forse il rapimento di Donna Marisa da parte dell’Uomo Pipistrello:

“Improvvisamente un turbine scuro precipitò dal cielo e un vortice di vento sollevò la sabbia vicino a lei, un rifrullo di ali sbatté con un fragore di vele nella burrasca e prima ancora di poter pensare cosa le stesse succedendo Donna Marisa si sentì afferrare per la vita e risucchiare verso l’alto.  In pochi istanti vide la superficie del mare allontanarsi, e i paesi della costa diventare manciate di polvere infuocata.

Non aveva paura, solo una sensazione di libertà mai provata prima, ed era appena cosciente del braccio che la cingeva. Le luci delle barche punteggiavano l’acqua e circondavano il riflesso slabbrato della luna, confondendo l’alto e il basso, il vero e il sogno, pensò di essere morta e che un angelo la stesse portando via.

I bordi delle nuvole si infiammarono d’oro e d’argento, le correnti d’aria tracciavano strade nel cielo e Donna Marisa ebbe l’impressione che a quell’altezza la legge di gravità non funzionasse più e che le fosse possibile volare anche da sola….”





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.