QUI DI SEGUITO LE NOVITA’ DEL VECCHIO EDITORE IN USCITA FINO ALLA FINE DI OTTOBRE.
«Le novelle di Frank sono esempi perfetti dell’arte compositiva.»
Marcel Reich–Ranicki
Leonhard Frank
L’uomo è buono
In libreria dal 3 settembre
Un manifesto rivoluzionario di fede nell’umanità.
Uno dei grandi scrittori ritrovati della letteratura tedesca.
Il volume è il primo di una serie che presenterà al pubblico italiano la narrativa breve di Leonhard Frank, per la maggior parte inedita in Italia. Qui si raccolgono la novella La causa e la raccolta di storie brevi L’uomo è buono, per chiudere con il racconto Il ponte del destino. La causa affronta la problematica della separazione tra colpa e peccato: lo scrittore Anton Seiler uccide il suo insegnante di un tempo in un accesso d’ira: quando osserva il professor Mager umiliare e svilire con crudeltà uno studente, i ricordi dell’infanzia lo sopraffanno e lo inducono al folle gesto. Qual è per lui la giusta condanna? Frank costruisce sulla vicenda e illumina nella narrazione del processo le storture di una società basata su un’educazione repressiva e autoritaria. L’uomo è buono porta in primo piano il tema della ribellione contro l’ingiusto ordine di uno Stato e di una società imbrigliati dalla guerra. Nel primo racconto Il padre, un cameriere di nome Robert viene descritto in pochi e sicuri tratti come un tipico borghese medio e “suddito”. Già tradotta dalla casa editrice Avanti, ma poi mai più ripresentata ai lettori italiani, qui la raccolta viene pubblicata nella forma definitiva data dall’autore. Il ponte del destino, anch’esso in prima traduzione italiana, racconta la storia della giovane Annette e della percezione del dovere. Dopo la Prima Guerra Mondiale “un mondo era stato abbattuto”, ripete Frank, e di questo mondo, si evince dai racconti, va salvata, recuperata, la bontà dell’uomo, la capacità di rialzarsi, di riprendere in mano la propria esistenza.
«Frank, intelligente ed onesto, è uno dei pochi scrittori nobili
che meritano sempre di esser letti: egli comprende le diverse condizioni in cui vive
e resta sempre fedele a sé.»
Ladislao Mittner, Storia della letteratura tedesca
«La novella La causa combatte la pena di morte e la raccolta L’uomo è buono è un manifesto rivoluzionario di fede nell’umanità.»
Enciclopedia Treccani
Leonhard Frank nacque a Würzburg nel 1882, fu uno scrittore tedesco dai tratti stilistici oscillanti tra espressionismo e Nuova Oggettività, di fede socialista e di impostazione nettamente pacifista. Si vide costretto all’esilio fin dal termine della Prima Guerra Mondiale, dapprima in Svizzera, dove fu vicino a Hugo Ball e Hemmy Hennings tra gli altri, poi a lungo negli Stati Uniti, nel 1945 ospite di Thomas Mann. Tornò in Germania per stabilirsi a Berlino Est negli anni Cinquanta. Fino al 1952, i suoi libri, bruciati nei roghi nazisti, non furono ripubblicati in Germania. Segnalato da Heinrich Mann, nel 1957 ricevette la più alta onorificenza letteraria della DDR a cui seguì la Tolstoj–Medaille nel 1960, che si aggiungevano ad altri riconoscimenti importanti del periodo prebellico (Premio Kleist ePremio Fontane). Figura di riferimento per molti scrittori del suo tempo, tra cui Brecht, in Italia fu uno dei pochi scrittori tedeschi a raggiungere, negli anni Cinquanta/Sessanta, il milione di copie vendute con i suoi romanzi, per lo più editi da Mondadori. Molto di lui rimane non tradotto, soprattutto della narrativa breve, in cui la sua cifra stilistica raggiunge livelli di limpidezza notevoli.
Collana formebrevi f b
Pagine: 272 /
ISBN: 978-886-110-106-3/brossura
euro 15 /
«Un esempio straordinario di giornalismo narrativo.»
Francesca Lazzarato
«Ci sono molti modi per stabilire l’eccellenza di uno scrittore. Uno di questi è riconoscere la sua influenza su chi venne dopo. […] In Argentina, da quasi cinquant’anni, non c’è nessuno che non sia debitore ad Arlt di qualcosa.»
Abelardo Castillo
«L’opera di Arlt è ormai riconosciuta come fondamentale per il
modernismo argentino.» Publishers Weekly
Roberto Arlt
Acqueforti di Buenos Aires
Traduzione di Marino Maiani e Alberto Prunetti
in libreria dal 24 settembre
L’autore che ha ispirato Gabriel García Márquez
Scritte nel 1933 le Acqueforti di Buenos Aires raccolgono immagini e percezioni della metamorfosi della capitale argentina in metropoli moderna. Arlt richiama nel titolo la stupefacente esattezza e la portata narrativa delle piccole acqueforti in voga nel Seicento, a opera di grandi pittori come Rembrandt: il linguaggio asciutto e il registro essenziale rendono alla narrazione la stessa sottile stilizzazione e l’attenzione ai particolari. Borseggiatori, mendicanti, oscure presenze e gente comune formano un affresco a tinte forti in cui Arlt mette in dubbio la necessità e le modalità della modernizzazione: l’arrivo della corrente elettrica, il telefono, gli edifici nuovi che non riconoscono più a quelli vecchi alcuna funzione pratica né decorativa, ridotti a ruderi di un passato che si rifiuta di essere cancellato, ma che pare non voler prendere parte alla costruzione del futuro.
Con accenti talvolta grotteschi Arlt applica lo “sguardo dell’outsider”; lucido, addolorato e ironico insieme, osserva il corpo stesso della città, che si fa essere pulsante, e nella sua trasformazione inghiotte e sputa parti di materia che lo circondano e che ne costituiscono l’essenza più vera. Sofferenze, ottimismo, ricchezza e povertà, i profondi mutamenti dell’inizio del secolo, echi della cultura europea. La “vita dello spirito” di una popolazione cittadina che sente il terreno franare sotto i piedi e si aggrappa a una spensierata serietà che talvolta rischia di rendere la vita meno luminosa di come potrebbe essere, ma ancor più interessante da raccontare, perché quello che conta per lo scrittore è «stare nell’anima di tutti, assieme a tutti. Da qui la grande allegria: sapere di non essere solo».
Roberto Arlt nasce a Buenos Aires nell’aprile del 1900, da una famiglia di origini prussiane. Scrittore, drammaturgo e giornalista, ha avuto una vita tormentata e ricca di eventi, segnata dalla sofferenza per l’educazione severa impostagli in famiglia e da un profondo conflitto con la figura paterna, che ritroviamo infatti in molte sue opere. Espulso a otto anni dalla scuola perché troppo indisciplinato, continuò a studiare da autodidatta, svolgendo i più disparati lavori: imbianchino, commesso, facchino, e cominciando poi a scrivere per diversi giornali, fino a fare del giornalismo la sua professione. Rese conto dei propri viaggi e degli eventi politici del suo tempo proprio nei reportage scritti per i giornali, e fu tra l’altro testimone in prima persona degli eventi della guerra civile spagnola. La sua scrittura romanzesca rompeva con il tradizionalismo e per un certo tempo fu osteggiata, diventando poi modello per gli scrittori della generazione del boom, tra i quali Gabriel García Márquez, Isabel Allende e Jorge Luis Borges. Tra i romanzi più famosi: Il giocattolo rabbioso e I sette pazzi, entrambi già tradotti in Italia. Di grande valore anche i suoi racconti brevi e le sue numerose pièce teatrali.
Collana formebrevi
ISBN: 9 788861 101098 | Pagine: 304 /brossura
Traduzione: XXXXXXXX
euro 15
«Acchiappare un gatto nero nell’oscurità della notte è, pare, la cosa più difficile che ci sia. Soprattutto se non ce ne sono.»
P. Forest, Il gatto di Schrödinger
Philippe Forest
Il gatto di Schrödinger
In libreria dall’8 ottobre
«Un romanzo sconcertante. Un gatto che conduce ai più fondamentali interrogativi.»
Le Figaro littéraire
«Il romanzo di Forest è una lunga corsa dagli accenti poetici che induce il lettore a
interrogarsi su cosa sia la finzione e cosa la realtà.» La Quinzaine littéraire
«È il romanzo di un funambolo che non cerca di raggiungere alcuna virtù, che oscilla tra luce e ombra, humour e melanconia, dialoghi e prosa poetica.» Le Nouvel Observateur
«Un romanzo di una straordinaria libertà.» Les Inrockuptibles
PRIX FEMINA
Le vite che avremmo potuto vivere, le esistenze che avremmo potuto conoscere, i mondi nei quali avremmo potuto abitare: senza quasi accorgercene, ci troviamo trasportati in uno spazio parallelo.
Philippe Forest fa del paradosso del gatto di Schrödinger una metafora della condizione umana, focalizzata sulla perdita di una persona amata: la questione relativa all’apparizione e alla scomparsa di ogni essere vivente. Come il gatto, contemporaneamente vivo e morto, è anche allo stesso tempo qui e altrove, questa condizione di possibilità spinge a riflettere sulle nostre vite parallele, sui mondi possibili tra i quali ciascuno di noi esita. Il romanzo continua la meditazione sul desiderio e sul lutto che ha rappresentato il soggetto esclusivo dei romanzi precedenti di Forest a partire da Tutti i bambini tranne uno. Il gatto di Schrödinger è un romanzo che si serve della scienza senza farne il fulcro della narrazione, una sorta di favola all’interno della quale veniamo trascinati.
Philippe Forest ha insegnato per sette anni letteratura francese in diverse università inglesi, e letterature comparate all’università di Nantes. È critico letterario, cinematografico e d’arte, e autore di numerosi saggi dedicati alla letteratura e alla storia delle correnti d’avanguardia. Collabora inoltre con diverse riviste quali «L’Infini», «Art Press» e «Le Monde des livres».
PAYS DE LA LOI
Collana formelunghe
ISBN: 9788861101081| Pagine: 304 /brossura
Traduzione: Angelo Molica Franco
euro 15,50
«La sua onestà nelle emozioni, che di volta in volta lo spinge verso il candor stilistico, una semplice, profonda decisione a dire cose difficili con un linguaggio limpido.»
Brendan Kennelly
«L’opera di Higgins è sempre una riflessione sul mondo, ma una riflessione
unita a un invito all’azione.»
Thomas McCarthy – Poetry
SEÁN MCB
Michael D. Higgins
Poesie scelte
Cura e traduzione di Enrico Terrinoni
Con un testo inedito appositamente composto per l’edizione italiana
Testo originale a fronte
PREMIO INTERNAZIONALE PER LA PACE
SEÁN MCBRIDE,
INTERNATIONAL PEACE BUREAU
dal 15 ottobre in libreria
L’Irlanda vista con gli occhi del suo
Presidente della Repubblica
La popolarità di Higgins, anche in senso politico, è fortemente legata alle sue poesie mai del tutto scisse dall’impegno per l’Irlanda, e sempre animate nel profondo dalla sua sincerità e dall’onestà nel presentare alla lirica le proprie sensazioni al pari delle proprie idee. Presentiamo al pubblico italiano una larga parte della sua opera poetica, accompagnata da un testo inedito dell’autore, appositamente composto per l’edizione italiana.
Michael D. Higgins proviene da una famiglia di estrazione sociale umile, dalle vicende tormentate anche a causa delle posizioni politiche del padre, che aveva combattuto nella
guerra civile. Dopo avere frequentato il St Flannan’s College a Ennis, Higgins si trasferì a Galway per lavorare come impiegato presso la compagnia energetica ESB, e cominciò a scrivere per alcuni giornali e a comporre le prime poesie. Nel 1961 un benefattore gli offrì un prestito per iscriversi all’università di Galway, dove Michael si distinse vincendo borse di studio, unendosi all’associazione letteraria e di retorica, presiedendo il consiglio studentesco e la sezione universitaria locale del Fianna Fáil. Nel 2011 si presenta alla popolazione irlandese; socialista da sempre e intellettuale, viene eletto presidente d’Irlanda con un consenso stupefacente e senza precedenti, che non era stato ottenuto neanche da Daniel O’Connell.
Collana: poesia
ISBN: 9 78-886-1 10-107-4 | Pagine: 256 /brossura
euro 15,00/ione