“Sembrano fiori di loto! Tua nonna amava spargerli per casa dopo le pulizie di primavera…”
Esclamò alzandosi, interrompendo così quello status di stupore.
Io celavo dietro un muto silenzio le mie grosse paure e seguivo i suoi passi osservando la sua ombra sul pavimento. Non aveva l’aria di un ristorante ne di un centro commerciale e questo l’avevamo potuto intuire molto facilmente dal fatto che quella casa era tanto grande quanto vuota.
Proseguimmo in avanti per più di cento passi imbattendoci in centinaia di illustrazioni cinesi su carta di riso collocate alle pareti. Mentre continuavamo a marciare in quel lungo corridoio d’impeto sentimmo urla provenire dai sotterranei ed in corrispondenza con la fine di esse sentii anche deglutire mio padre che a quanto pare si era fatto smorzare anch’egli la gola dalla paura, mi prese per mano e guardandomi di sottecchi mi disse di stargli vicino, proseguimmo il nostro cammino lungo questo corridoio che ormai sembrava senza via d’uscita, sempre accompagnati da urla sporadiche dotate di una forza sovraumana, tale da far tremare le pareti ed il pavimento sotto di noi, accelerammo un po’ il passo ma poi all’improvviso mio padre frenò : sotto di noi, incredibile a dirsi,c’era un incredibile voragine. Con occhi socchiusi provammo a guardare all’interno ed era ricolma di anime frustrate e vaganti che si spintonavano e percuotevano reciprocamente e sulle quali venivano costantemente spruzzati gettiti d’acqua bollente, sembrava il cuore di un enorme vulcano nel pieno della sua attività eruttiva.
” Vado prima io! Voglio esser certo che possa sostenere il peso”
Non mi diede nemmeno il tempo di dargli le solite futili raccomandazioni che repentinamente messosi spalle al muro cominciò a strisciargli contro cercando di non lasciar mai cadere l’occhio all’interno dell’enorme burrone, deglutendo ad ogni cigolo mormorio di ghiaia che gli di sgretolasse sotto i piedi. Arrivò dall’altra parte in un baleno.
“Tocca a te campione! Sta attento ho gettato all’aria quattro o cinque stipendi per quel corso di scout vediamo di cosa sei capace!”
Con queste parole cercò di farmi coraggio e cominciò a seguire con occhio più che vigile ogni mi singolo movimento. Io sentivo il cuore in gola e cominciai a produrre una sudorazione fuori dal comune. Ero quasi li ad un passo dal mio vecchio quando un pezzo consistente di pavimentazione si staccò e precipitò giù attirando l’attenzione di quelle anime malvagie.