MARCO MONTEMARANO, autore de “LA RICCHEZZA”E’ IL VINCITORE DEL I° PREMIO NAZIONALEDI LETTERATURA NERI POZZA

MARCO MONTEMARANO, autore de “LA RICCHEZZA”E’ IL VINCITORE DEL I° PREMIO NAZIONALEDI LETTERATURA NERI POZZA

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Oggi a Vicenza, presso il Teatro Olimpico si è svolta la cerimonia di premiazione del
I° Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza
il vincitore riceverà in premio 25.000 euro
e la pubblicazione nel catalogo di Neri Pozza a novembre 2013.

“LA RICCHEZZA” di MARCO MONTARANO

“Un romanzo i cui personaggi restano a lungo nel ricordo del lettore. Costruito narrativamente in maniera magnifica, una storia dalla quale è impossibile staccarsi fino alla fine.”
Giuseppe Russo, ideatore del Premio e Direttore editoriale Neri Pozza.

Giovanni, figlio unico orfano di madre, vive una sorta di adolescenza “per procura”. La sua vita è polarizzata e quasi annullata dalle personalità contrastanti dei suoi due migliori amici, Fabrizio e Mario Pedrotti, figli di un potente politico. I due fratelli non riescono a comunicare tra loro e per anni lo utilizzeranno come tramite. Giovanni, battezzato Hitchcock da Fabrizio e dai suoi amici rugbisti, ha il privilegio di essere accolto nella cerchia più intima della famiglia Pedrotti. Apparentemente uno di loro, in realtà è, e sarà sempre, soltanto il testimone delle loro esistenze ineffabili.
Giovanni accederà ai segreti dei Pedrotti. Saprà della sottile tortura fisica che Fabrizio, l’affascinante ragazzo ammirato da tutti, infligge all’introverso fratello sin dall’infanzia. Sarà accolto tra le braccia di Maddalena che gli concederà il privilegio di intrufolarsi, come un ladro, nella sua camera.
Con la morte dell’Onorevole Pedrotti tutto cambia. Maddalena si trasferisce in Sudamerica. Giovanni va a vivere in Irlanda e poi in Germania. Dimentica tutto, almeno in apparenza. Ma due decenni dopo il passato fa irruzione nella sua vita e la sovverte.
Il protagonista procede dolorosamente lungo un percorso di ricostruzione della sua memoria frammentata, deformata. E la vera “ricchezza”, quella dei due fratelli, continuerà a sfuggirgli.
Con la sua scrittura asciutta e matura La ricchezza è un romanzo sulla meglio gioventù degli anni ’70 costruito attorno a uno dei temi centrali della letteratura che è la fugacità della giovinezza.

MARCO MONTEMARANO
E poi è arrivato il momento di andarmene. Era il 1990, avevo 28 anni e avevo sempre vissuto a Roma.  Avevo una famiglia disgregata dall’odio e vischiosa come la carta moschicida. Dopo l’adolescenza avevo zigzagato per vari sottoboschi romani, avevo fatto il chitarrista blues, il venditore di polizze assicurative, il barista tabaccaio, l’allibratore per un parente che gestiva una piccola rete di scommesse.
Alla fine, poco prima di andarmene in Germania, avevo preso una strana laurea in giurisprudenza di cui ero io stesso il primo ad essere sorpreso.
Negli anni Ottanta avevo anche scritto, per lo più a mano, un certo numero di racconti.
Erano tutti parecchio surreali, e mi servivano la sera per fuggire dal giorno.
Nel primo periodo a Monaco, dopo il 1990, ci furono pochi anni di lavori manuali, sei semestri di filosofia all’università, interminabili passeggiate all’Englischer Garten e amori infelici.
Poi ho fatto (continuo a fare) lo speaker radiofonico e pubblicitario; il traduttore di contratti, sentenze, intercettazioni telefoniche; il docente di traduzione giuridica; l’autore di testi didattici per far imparare l’italiano ai tedeschi.
Il motivo per cui scrivo oggi è la necessità di raddoppiare l’esperienza, di ribadirla trovando parole migliori.
La scrittura è quella bordatura d’oro che si cuce sopra alla mia vita.
Ultimamente poi, dopo 23 anni di Germania, si è aggiunto un altro motivo: ho paura di dimenticare l’italiano. Il mio primo romanzo pubblicato si intitola Acqua passata ed è la storia di un contrabbassista jazz che viene strappato da un idillio tropicale per affrontare il suo passato a Roma. È tra i vincitori dell’edizione 2012 del Torneo letterario IoScrittore di GeMS e circola attualmente in formato e-book con lo pseudonimo Luciano Allegretti.
La mia paura più grande resta quella di essere raggiunto dal mio passato, dalla carta moschicida, dall’odio, e di dover pagare un prezzo troppo alto per la libertà che mi è stata concessa in questi decenni passati in Germania.
Da qualche tempo sono tornato anche alla musica, o la musica è tornata a me.
Ho inciso due album di mie composizioni per chitarra.
I miei brani vanno a sottofondo di alcune trasmissioni radiofoniche e televisive.
Il resto verrà.





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.