Anteprima Libri| “Lettera su un altro continente” di Hilde Domin

Anteprima Libri| “Lettera su un altro continente” di Hilde Domin

Dal 16 luglio in libreria  Lettera su un altro continente di Hilde Domin traduzione di Ondina Granato e a cura di Paola Del Zoppo con testo originale a fronte.

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IL SECONDO VOLUME DEL PIÙ AMPIO PROGETTO DI DEL VECCHIO EDITORE CHE PREVEDE LA TRADUZIONE E PUBBLICAZIONE DI TUTTA LA LIRICA DI HILDE DOMIN E DEI SUOI TESTI SAGGISTICO–NARRATIVI. VENGONO QUI PRESENTATE AI LETTORI LE RACCOLTE PIÙ MATURE DI HILDE DOMIN “QUI”, “FIGURE RUPESTRI” E “TI VOGLIO”, ACCOSTATE A DUE TESTI DI CARATTERE PIÙ AUTOBIOGRAFICO E ALL’ULTIMA DELLE LEZIONI FRANCOFORTESI TENUTE DALLA POETESSA NEL 1987, INCENTRATA SUL TEMA DELLA COAZIONE ALLA SCRITTURA, PERSONIFICATO NELLA FIGURA DI SISIFO.

– Di noi

 

Mai avrei voluto suscitare

nel futuro

la pietà degli alunni.

 

Mai essere su un quaderno

di scuola

in questo modo.

 

Noi, condannati

a sapere

e non ad agire.

 

La nostra polvere

non tornerà mai terra.

 

Hilde Domin è una delle poetesse più significative della seconda metà del Novecento e una protagonista della discussione poetica che si sviluppa in particolare in Germania negli anni Sessanta e Settanta. Lettera su un altro continente è il secondo volume del più ampio progetto di Del Vecchio Editore che prevede la traduzione e pubblicazione di tutta la lirica di Hilde Domin e dei suoi testi saggistico–narrativi. Vengono qui presentate ai lettori le raccolte più mature di Hilde Domin QuiFigure Rupestri Ti voglio, accostate a due testi di carattere più autobiografico e all’ultima delle lezioni francofortesi tenute dalla poetessa nel 1987, incentrata sul tema della coazione alla scrittura, personificato nella figura di Sisifo. Hilde Domin, ancora troppo poco conosciuta in Italia, segue una direzione lirica ben definita. Il suo è un atteggiamento di energica presa di coscienza e grande coraggio nel riconoscimento della tragedia vissuta da lei e da altri, che si universalizza e si supera nella volontà e possibilità di riappropriazione e ribaltamento dei rapporti di forza, che può avvenire grazie alla capacità espressiva e creatrice della parola poetica. La poesia, la prosa e l’attività saggistica di Hilde Domin rappresentano diversi sviluppi di una compatta concezione. L’accostamento tra testi in prosa dell’autrice e suoi testi poetici è funzionale alla percezione della sua opera come un unicum composto di esperienza di vita, riflessione filosofica e purissima creazione lirica, in cui la potenza creativa della parola poetica rende possibile l’impossibile, fa sì che ad Abele, colpito a morte, possa essere chiesto di rialzarsi:la risposta deve poter essere sì/ se non ti alzi Abele/ come può la risposta/ questa unica risposta importante/ cambiare.

«Le sue poesie hanno sempre peso. Il peso della vita vissuta.»

Ulla Hahn

 

«In un museo si osserva da lontano una foca bianca

che si contorce. Ci si avvicina e si riconosce: è una

statua di Brancusi, niente di più che un pezzo di marmo

lucidato e piatto, niente testa, niente cosa,

niente pinne, non è un animale.

Si va via e comunque si pensa: abbiamo visto

inequivocabilmente una foca bianca.

Così le poesie di Hilde Domin sono elaborate nella

materia linguistica: nella forma più essenziale e scarna,

o meglio, portate alla formula più essenziale, scarna verso

la forma più semplice e chiara.

Si potrebbero paragonare anche ai quadri del pittore

Paul Klee: dipinte con fantasia infantile,

ma con un ritmo raffinato, costruzioni astratte con

precisione, una visione del tutto restituita

a colori brillanti.»

Kurt Pinthus

 

L’autrice

Nata a Colonia, Hilde Domin studia giurisprudenza, teoria economica e sociologia a Heidelberg, dove conosce Erwin Walter Palm, studente d’archeologia. A causa dell’imminente ascesa del Nazionalsocialismo, i due si spostano a Roma, ma nel 1939 sono costretti a lasciare anche l’Italia per recarsi in Inghilterra; nell’estate del 1940, a causa dell’invasione nazista, sono costretti a partire di nuovo, e approdano nella Repubblica Dominicana, dove la Domin inizia a lavorare come lettrice di tedesco. La morte della madre, avvenuta nel novembre del 1951, coincide con la presa di coscienza della sua vocazione poetica. Grazie a uno studente tedesco di Heidelberg, i coniugi Palm riallacciano i rapporti con la Germania, dove decidono di tornare. A Francoforte sul Meno, dove vivono per i primi sei mesi, Domin inizia a pubblicare per le riviste «Akzente» e «Neue Rundschau», nel 1959 viene pubblicata la prima raccolta di liriche (Solo una rosa a sostegno), seguono nel 1962 la raccolta Rientro delle navi, nel 1964 Qui, poi Figure rupestri Ti voglio. Insignita di numerosi premi letterari, viene riconosciuta a livello nazionale come una delle più importanti poetesse tedesche e nel 1989 le viene assegnata la cattedra di Poetica all’università di Magonza. Seguono altri riconoscimenti e premi letterari finché all’età di 96 anni, il 22 febbraio 2006, Hilde Domin muore a Heidelberg.

Collana poesia

ISBN: 978-886-110-105-0| Pagine: 272  /brossura

euro 16,50/ione Europea 2011





Pubblicato da Raffaele Cecoro

Raffaele Cecoro ([email protected]) Casertano, laureato in giurisprudenza con una forte passione per la scrittura e per la letteratura. Da qualche mese ha cominciato la stesura del suo primo romanzo e nel tempo libero redige un blog letterario multitematico, il suo stile è un ibrido di humor e serietà.